6.5
- Band: VISIONS OF ATLANTIS
- Durata: 00:47:44
- Disponibile dal: 28/05/2007
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Con i maestri Nightwish fermi ai box per le riparazioni, tocca alle cosiddette “seconde linee” cercare di compensare la momentanea mancanza di Tuomas e colleghi. Ci provano i Visions Of Atlantis, oggi al loro terzo album in studio e forti dell’entrata in formazione dell’avvenente e brava Melissa Ferlaak, reduce dagli studi di conservatorio e degna alternativa all’illustre collega Tarja Turunen. Precisiamo che “Trinity”, pur essendo un album gradevole, non è certo comparabile alle migliori uscite della succitata band finnica, ma permette comunque ai Visions Of Atlantis di ricavarsi un piccolo spazio nel mondo del metal sinfonico. Un album ben suonato e ben prodotto con il quale il sestetto austriaco non pretende certo di innovare o di stupire con idee fuori dall’ordinario. Lo standard qualitativo è costantemente più che sufficiente e colpisce la voce della cantante, alternata dalle ruvide vocals di Mario Plank. L’opener “At The Back Of Beyond” è un pezzo esemplificativo del sound della band, un mid tempo nel quale le tastiere di Martin Harb offrono un soffuso tappeto sinfonico al riffing deciso di Wolfgang Koch. La successiva “The Secret” è uno dei migliori episodi del lotto, nel quale risulta particolarmente riuscita l’alternanza tra voce maschile e femminile, ed ottimo è anche il sontuoso chorus. I brani si mantengono su tempi medi e non mancano anche passaggi più tranquilli come “The Poem”, un bel lento interamente cantato da Mario, o “”Return To You” una ballata nella quale è invece Melissa la sola protagonista. Il limiti del lavoro sono però legati all’assenza di pezzi di gran rilievo ed i chorus non sono sempre incisivi come dovrebbero. La conclusiva “Seven Seas” cerca di mettere extremis una pezza a queste mancanze, rivelandosi come il pezzo più orecchiabile del disco, in virtù di un ritornello melodicissimo e di sicura presa in sede live. Veramente molto bella e molto dettagliata la copertina, opera di Anthony Clarrksson famoso per aver lavorato con Blind Guardian, Hypocrisy ed Exodus. In definitiva un buon disco da parte di una band che ha comunque ulteriori margini di miglioramento.