7.0
- Band: VISTA CHINO
- Durata: 00:49:40
- Disponibile dal: 03/09/2013
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Perso definitivamente Josh Homme – troppo innamorato dei suoi Queen Of The Stone Age – erano da anni che gli ex membri dei leggendari Kyuss professavano spudorati messaggi d’amore per la band che li ha resi celebri, delle icone nell’albito del rock pesante, a cominciare da John Garcia – ricordiamo i suoi Garcia Plays Kyuss, una non troppo velata sonda per la reunion – fino all’instancabile Brant Bjork e alle sue innumerevoli collaborazioni in ambito stoner. Ora, dopo aver riesumato e seppellito la band sotto il moniker Kyuss Lives!, fortunata parentesi molto ben accolta dai fan di mezzo mondo, proprio gli stessi Garcia e Bjork hanno detto basta, basta ai tentativi di riavvicinamento con Homme, basta nascondersi dietro falsi nomi: nascono i Vista Chino, liberi da vincoli, senza il talento della chitarra di “Blues For The Red Sun” ma con quasi un decennio di esperienza in più sulle spalle. Esperienza che si fa sentire, non tanto per un quanto mai sperato ritorno alle sonorità psicodesertiche del capolavoro sopra citato e di “Welcome To Sky Valley”, di cui ci rimangono solo i postumi da illusione e nulla più, quanto per un songwriting non esaltante ma sicuramente godibile sotto molti aspetti, un rinnovato amore per lo stoner essenziale e conciso, ammorbidito e mansueto rispetto ad un passato glorioso, tuttavia con i suoi gradevoli pregi. A rendere moderno e al passo con i tempi un lavoro improntato sulle sonorità dei ’90 non c’è proprio nulla: la tracklist possiede un aspetto rock piuttosto marcato, frutto di una scrittura sicuramente conscia dei suoi limiti, orientata verso le classiche torride atmosfere che furono senza mai però perdersi in eccessi e autocitazioni fini a loro stesse. In una cinquantina di minuti, i Vista Chino dimostrano di non essersi dimenticati come si suona blues rock con “Sweet Remain” e “As You Wish” – una sorta di “Once Inch Man” meno tribale – ripescando anche un ottimo esempio di progressione della proposta con l’ottima “Dark And Lovely”, dove Garcia dimostra tutta la sua crescita accumulata negli anni. Se “Dargona, Dragona” è il pezzo più sporco del lotto, un gradito antipasto dal sapore retrò, “Adara” e “Barcelonian” vorrebbero evocare qualche classica cavalcata stoner senza convincere del tutto, cosa che “Planets 1 & 2” evita di fare alla grande, con i suoi oltre sei minuti di pura musica ustionante, un crescendo rovente di ritmate scosse chitarristiche. Bruno Fevery, il più osservato, non possiede chiaramente lo stesso talento di Homme, tuttavia gli anni di militanza come semplice “rimpiazzo” lo hanno rafforzato non poco, permettendogli di infiltrarsi pian piano all’interno degli schemi del suono della band come se ci fosse sempre stato. Azzeccate e coinvolgenti le sue prove all’altezza di “Acidize – The Gambling Moose” e nella già citata “Planets 1 & 2”. E’ chiaro che quando si rianima una band storica si pretendono cose enormi, cose che vanno al di là del significato stesso della reunion. Le favole non esistono e i Kyuss del 2013, o meglio, i Vista Chino, sono una band ancora fuori da certi tipi di impianti commerciali, consci di aver perso un elemento fondamentale ma determinati più che mai nell’imporre la propria passione. Una determinazione che, speriamo, non venga mai meno.