7.0
- Band: VOID MOON
- Durata: 00:40:00
- Disponibile dal: 02/11/2012
- Etichetta:
- Cruz Del Sur Music
- Distributore: Audioglobe
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Che Vincent Van Gogh amasse il doom al punto tale da dipingere la copertina per un gruppo svedese, non ce lo saremmo mai aspettato! Ci perdonerete questo ironico inizio, ma qualcosa dovremo pur dire di questa band, quando in fondo da dire c’è ben poco. I Void Moon, band svedese che giunge a noi con questo “On The Blackest Of The Nights”, suona un doom metal dinamico, ben lontano dai sulfurei, slabbrati e dilatati riff degli “stonati” Electric Wizard, così come prendono le distanze dai drammatici ed eleganti My Dying Bride. I Nostri ci propongono una musica del fato che pesca a piena mani dalla tradizione nord-europea, in un viaggio che parte dai Candlemass e Solitude Aeternus fino ad arrivare ai primi Grand Magus, influenzati comunque da act quali Mercyful Fate ed i contemporanei Hammers Of Misfortune. Nati come trio, composto dal cantante e chitarrista Jonas Gustavsson, dal bassista Peter Svensson e dal batterista Thomas Hedlund, i Void Moon acquistano Erika Walberg alla chitarra solista, stabilizzando la propria line-up e dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che il doom non è sempre noia e staticità, e confermano che mai come in questo genere una voce con personalità e carattere è da preferire ad una vocalità tecnicamente ineccepibile quanto fredda e sterile. Bellissime la lenta e sofferta “Among The Dying”, con un arpeggio che trasuda letteralmente sofferenza e disperazione, il tutto condito da una interpretazione vocale strappa-applausi, la classicamente doom-metal “The Mourning Son” e una “Cyclops” dove la chitarra solista di Erika tesse continuamente delle trame semplici ma suggestive. Si sentono echi settantiani nel riffing di “Through The Gateway”, con il suo groove spezzato da una bella accelerazione finale che tornerà presto ad “impantanarsi” nel riffing doomy che ci porterà sino al termine della canzone. Concludendo, un bel disco doom metal, ricco di testi che parlano di morte ed esoterismo, melodia presente in dosi massicce, dinamismo ed ottima interpretazione vocale che fanno da contrappeso a passaggi a volte esageratamente forzati e per nulla “indolore” ed una produzione volutamente (ma forse eccessivamente) retrò.