VOID OF SLEEP – Tales Between Reality And Madness

Pubblicato il 29/01/2013 da
voto
8.0
  • Band: VOID OF SLEEP
  • Durata: 00:45:35
  • Disponibile dal: 21/01/2013
  • Etichetta:
  • Aural Music
  • Distributore: Audioglobe

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Ok, adesso che sono finalmente arrivati fra noi i Void Of Sleep, non dite che non si sentiva la mancanza di un bel gruppo tutto italiano, sano e verace, con una tastabile possibilità di andare a fregiarsi del titolo – puramente inventato – di Mastodon Tricolori e andare a fare una gran figura anche fuori dai confini nazionali? Ci voleva, dai! Una proposta seria, un disco serissimo, una band che, solo a guardarla in fotografia, ti viene da dire ‘ahia, mi sa che questi ci sanno fare!’. E guarda caso è così, poi. Perfetto, abbandoniamo ora il tono semi-colloquiale della recensione per assumere quello solito e più professionale. I Void Of Sleep sono di Ravenna e al basso troviamo Riccardo ‘Paso’ Pasini, ovvero il fautore del suono dei tanti lavori usciti dal suo Studio 73, che ovviamente si ripete anche in questo “Tales Between Reality And Madness”, dall’appeal internazionale anche perché in possesso di una registrazione incredibilmente perfetta e accattivante per il genere proposto, oltretutto effettuata utilizzando diversa strumentazione originale Seventies. Il suono caldo, analogico, che si sprigiona dalle sette tracce componenti questo piccolo, grande capolavoro valorizza al meglio un songwriting non esattamente innovativo e/o originale, ma assolutamente convincente e di qualità sopraffina: ci si barcamena, con i Void Of Sleep, tra uno sludge roccioso e decisamente sabbathiano, un progressive rock di moderna pesantezza e antica ispirazione e divagazioni altamente psichedeliche e lisergiche, con una sezione ritmica costantemente sugli scudi, assoli maturi e incastonati sempre nei momenti giusti di composizioni ondeggianti, lunghine, ma mai – MAI! – stancanti o aventi sezioni/elementi fuori posto. Ogni strumento, come spesso è udibile nei dischi di formazioni che hanno classe innata e bravura da vendere, si pone in evidenza individualmente, sia in momenti solistici sia in strutture d’insieme; la voce di Burdo è cangiante in diverse direzioni, ma anch’essa non si fa trovare impreparata in nessun timbro, organizzandosi in linee vocali che sanno di Down, Mastodon, Crowbar, Black Sabbath, Red Fang, Pantera e quant’altro di sporco, caparbio, rozzo, dolce ma sanguigno, le vostre conoscenze doom/sludge/stoner/psych vi fanno tornare alla mente. Chiaro che ci si diverte un mondo quando l’archetipo del mega-riffone doom inventato da Tony Iommi fa capolino – e succede spesso! – nei pezzi, l’headbanging e il piedino a ritmo partono immediati, ma l’importante è che anche quando le canzoni vanno alla deriva in mari d’acido, tribalismi e filtri vari si riesce benissimo a mantenere il filo del discorso, lasciandosi guidare fiduciosi da una band matura in tutto e per tutto e che ha lanciato fuori dal cappello a cilindro sette fantastiche storielle a cavallo tra realtà e follia, conquistandosi fin da ora un posto di rilievo fra gli ascolti dell’anno. Totalmente inutile sezionare la tracklist: tre quarti d’ora da vivere completamente a mille, senza scartare neanche un secondo di questo lavoro strepitoso, sebbene “Ghost Of Me” faccia letteralmente venire la pelle d’oca a chi scrive. Correte ad ascoltare queste punte di diamante bianco-rosso-verdi!

TRACKLIST

  1. Blood On My Hands
  2. Wisdom Of Doom
  3. The Great Escape Of The Giant Stone Man
  4. Lost In The Void
  5. Ghost Of Me
  6. Mirror Soul Sickness
  7. Sons Of Nothing
2 commenti
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