6.0
- Band: VOIVOD
- Durata: 00:57:57
- Disponibile dal: 15/06/2009
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Sfortunata ma ricca di riconoscimenti la carriera dei Voivod, band unica e sincera che ha scritto pagine importanti nel metal. La morte di Denis “Piggy” D’Amour, chitarrista e maggior compositore della band, ha creato un grande vuoto non solo nella band ma nell’intero panorama metal. Questo “Infini” nasce dalla voglia del chitarrista stesso di pubblicare alcune sue registrazioni non incluse nel precedente e controverso “Katorz” che ha visto la luce soli tre anni fa a seguito del tragico evento che ha segnato indelebilmente il futuro della band. Poco da ribadire sui Voivod se non la loro grandezza e unicità nel panorama metal: il thrash grezzo ed essenziale dei primi album, lo sperimentalismo che si è spinto fino allo splendido – ed incompreso dai più – “Angel Rat”, la follia e pesantezza dei due album con Eric Forrest e l’ultima e più immediata parentesi che ha coinciso con la pubblicazione di “Voivod” e “Katorz”. Come era facile prevedere questo “Infini” segue la linea degli ultimi rilasci della band canadese: suono minimalista ed immediato in cui si intravedono spiragli che rimandano alla memoria soluzioni ed idee che hanno reso famosi e geniali gli album della loro carriera. Purtroppo come negli ultimi episodi il livello qualitativo delle composizioni è alquanto altalenante mischiando buoni momenti ad altri filler che potevano essere tranquillamente tralasciati anche in relazione alla quantità e corposità del materiale presente: tredici tracce per un’ora di durata non sono uno scoglio semplice da superare anche per gli aficionados della band. Priva della grinta ed insana follia degli esordi la voce di Denis “Snake” Bélanger suona alquanto scialba e carente del vigore necessario a regalare vitalità anche alle tracce più immediate e grintose come la Motorheadiana “Volcano” o il duo “Treasure Chase” e “Krap Radio” che data la loro semplicità strizzano l’occhio ad un’attitudine decisamente punk. Non viene fortunatamente rilegato al passato un certo sperimentalismo che affiora in tracce come l’iniziale “God Phones”, “Global Warning”, “In Orbit” e “Morpheus” che svettano qualitativamente sopra alle altre composizioni tanto da evidenziare l’eccessivo divario qualitativo presente tra i brani che compongono l’album. Nulla da recriminare sulle prestazioni di Jason Newstead e Michel “Away” Langevin che senza strafare o brillare particolarmente riescono comunque a donare un minimo di varietà ritmica e fantasia alle composizioni. Sebbene il risultato finale sia quantomeno migliore rispetto al precedente “Katorz” purtroppo in questo caso non rimane altro da fare che accontentarsi: i Voivod a meno di ripensamenti dell’ultima ora hanno scelto di congedarsi con la pubblicazione di questo “Infini”. Si parla di accontentarsi dato che come avrete capito dai toni della recensione seppur non deludendo nella sua totalità “Infini” è lontano dai fasti, dal coraggio e voglia di sperimentare che hanno caratterizzato la geniale – ma spesso incompresa – carriera del combo canadese. “Infini” va preso per quello che è: una raccolta di brani inediti, dal forte sapore di incompletezza, conclusi e pubblicati solo per rendere tributo a Piggy. Consigliato solo ai fans più sfegatati dalla band, per gli altri un ripasso (o studio) della loro discografia è quantomeno d’obbligo.