7.0
- Band: VOIVOD
- Durata: 00:48:49
- Disponibile dal: 21/07/2023
- Etichetta:
- Century Media Records
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Proseguono le celebrazioni per i quarant’anni di attività in casa Voivod. Lo scorso anno, per l’occasione, era stato pubblicato un monumentale boxset relativo agli anni sotto contratto con la Noise Records, quelli per intenderci di “Rrröööaaarrr”, “Killing Technology” e “Dimension Hatröss”. Adesso arriva questa raccolta, una serie di nuove versioni di alcune canzoni del passato, da quello remoto di “Condemned To The Gallows”, contenuta nella storica compilation “Metal Massacre V” del 1984, a quello relativamente recente (e fa comunque impressione siano già trascorsi vent’anni) di “Rebel Robot”, da “Voivod”. In chiusura, l’unico inedito, la title-track.
Questo tipo di operazioni, onestamente, di solito appaga più una voglia degli artisti che un reale desiderio dei fan: di norma, a meno di casi eccezionali, per quanto possano essere imperfette o non baciate da una registrazione miracolosa, le versioni originarie sono quelle a cui un ascoltatore fedele di un gruppo è affezionato. Le interpretazioni ‘moderne’ spesso fanno storcere il naso, non tanto per la loro effettiva validità, semmai perché danno l’idea di violare qualcosa di sacro, di toccare ciò che non andrebbe neanche sfiorato.
Le dieci canzoni di “Morgöth Tales” vedono impegnata la line-up attuale, quella degli splendenti ultimi tre album e dell’EP “Silver Machine”, con alcune gradite ospitate rappresentate dall’ex bassista/cantante Eric Forrest (nella ‘sua’ “Rise”) e l’ex Metallica Jason Newsted, anch’egli impegnato in un brano sul quale già aveva suonato ai tempi, ossia “Rebel Robot”. Attitudine e stile vanno a portare nell’attuale contesto voivodiano tutte le tracce della raccolta, dandole un tono da album vero e proprio, come potrebbe essere facilmente scambiato se non si conoscesse la sua genesi. È questo un effettivo merito, perché si riescono così a condensare vent’anni di Voivod-sound in una serie di episodi che paiono avere tanti punti in comune, una visione precisa a connetterle e a renderle brillanti. Nonostante ciò, nessuno che conosca gli originali farà fatica a riconoscerli, non ci sono mutazioni evidenti nelle strutture e negli arrangiamenti, è semplicemente la line-up di oggi, col suo suono e le sue timbriche vocali e strumentali, che rilegge il proprio passato. E, per quanto non si possa dire che vi fosse reale bisogno di rimettere mano a questi pezzi – tutti ottimi, anche se la selezione va giustamente a toccare alcuni momenti non proprio tra i più celebrati dell’epopea voivodiana – anche in questa occasione Michel Langevin e compagni confermano lo stato di grazia che li accompagna da diversi anni.
Ecco, l’impronta di psichedelico thrash fantascientifico, particolarmente in primo piano negli anni di “The Wake” e “Synchro Anarchy”, dà una bella spinta anche a pillole sonore altrimenti lievemente più grezze – e pensiamo a “Condemned To The Gallows” e “Thrashing Rage” – oppure più placide – le stupende ed effettivamente un po’ dimenticate “Nuage Fractal” e “Fix My Heart”. Immutato il tocco rock’n’roll sporco e punkeggiante che i Voivod avevano rivisitato nell’omonimo del 2003: “Rebel Robot” e le altre sue compagne di quei tempi meriterebbero una rispolverata, soprattutto da parte di chi reputa i Voivod una formazione ‘difficile’. Non che costoro abbiano torto nel sostenere questa opinione ma, appunto, un album come “Voivod” va a smentire in parte il teorema.
Parlando invece dell’inedito conclusivo, è l’ennesimo gioiello partorito di recente dai canadesi: un irrequieto e affascinante spaccato di esplorazioni interstellari, stralunate derive psichedeliche, passaggi strumentali mozzafiato taglienti e adrenalinici. Se vogliamo, emerge pure un pizzico di follia in più delle pubblicazioni più recenti: “Morgöth Tales” è a tratti genuinamente spiazzante, e da una band in giro da così tanto tempo ricevere tali imprevisti non è cosa da poco. I fan di lungo corso, tolto un incuriosito ascolto sulle piattaforme streaming, potranno forse bypassare in fretta la raccolta, che si rivolge invece, secondo noi, a chi mastichi poco o nulla il verbo-Voivod e ne potrà trovare qua dentro un primo, gustoso, assaggio.