VOIVOD – Voivod

Pubblicato il 27/03/2003 da
voto
7.5
  • Band: VOIVOD
  • Durata: 01:05:41
  • Disponibile dal: 04/03/2003
  • Distributore: Frontiers

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Croce e delizia dei “metallari” sin dagli anni ’80, ecco una band che non accetta compromessi, che va venerata oppure odiata. Certo, i motivi che delimitano tali confini non sono quelli della risibile diatriba riservata ai Cradle Of Filth: qui lo spartiacque è invisibile, più cervellotico, poiché non tutti sono nati per ascoltare i Voivod. Un gruppo assolutamente sui generis, un gruppo non identificabile – proprio come il suo genere. Sin dagli esordi, e si parla di ben diciannove anni fa, i Voivod sono stati una vera e propria mina vagante. Pazzi, irrefrenabili, inquieti, sperimentali oltre le sperimentazioni consentite, menefreghisti nei confronti di qualsiasi posizione sul come si debba suonare, anticonformisti della musica eppure tanto intelligenti e dotati di un talento invidiabile. Un cervello in moto costante, che associa un animo volubile a ragionamenti contorti come rebus insolubili, il tutto trasformato nella quintessenza della musica. Da sempre ci sono stati quelli che si sono innamorati dei Voivod al primo ascolto, dopo poche note, e quelli per i quali i Voivod sono sempre stati e sempre saranno un fastidioso, continuo ronzìo di un insetto impazzito. Questo “Voivod” non è un album sperimentale all’inverosimile e incatalogabile, la ‘magia’ dei Voivod è che non suonavano thrash quando erano una thrash metal band e, oggi, che non sono una rock band ora che le loro canzoni sono piuttosto rockeggianti. Qualcosa somiglia a quel lavoro che segnò una certa evoluzione/distacco dalla musica più estrema, “Angelrat”, ma un’altra caratteristica della band d’oltreoceano è l’incapacità (leggi: ‘volontà’) di non ripetersi mai; inutile quindi andare a cercare trascorsi storici. La band sembra in splendida forma grazie anche al fatto di poter contare sulla formazione originaria escluso il bassista, la cui postazione è ora controllata da Jason Newsted (ex Flotsam & Jetsam e come molti di voi sapranno, Metallica). Un cd ‘alla Voivod’ si diceva, un album da ascoltare più che da giudicare: prendete la vostra macchina e partite su una lunga strada, di quelle che non finiscono mai, in compagnia di questo “Voivod”… potrebbe essere il viaggio più avventuroso e spericolato della vostra vita. Tredici canzoni rockeggianti, psichedeliche (ma non nel senso comune del termine), sperimentali. Insomma, cambia lo stile ma il marchio è sempre quello, indecifrabile, dei Voivod. La prima metà del disco è forse quella più “canonica”: canzoni belle, orecchiabili, quasi stoner a tratti, molto rock spesso; la seconda parte è più strana e di difficile assorbimento per chi non è abituato ad ascoltare questa band ma, ad ogni modo, “Divine Sun” e la conclusiva “We Carry On” non lasciano dubbi sulla qualità della band e di questa nuova fatica. Un gruppo impossibile da recensire perché si maschera sempre sotto una nuova veste, che di volta in volta è unica; un gruppo che va ascoltato per prima cosa, amato oppure odiato per seconda. Enter the Voivod galaxy…

TRACKLIST

  1. Gasmask Revival
  2. Facing Up
  3. Blame Us
  4. Real Again?
  5. Rebel Robot
  6. The Multiverse
  7. I Don't Wanna Wake Up
  8. Les Cigares Volants
  9. Divine Sun
  10. Reactor
  11. Invisible Planet
  12. Strange And Ironic
  13. We Carry On
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