6.0
- Band: VOLTUMNA
- Durata: 00:40:54
- Disponibile dal: 20/10/2017
- Etichetta:
- Sleaszy Rider Records
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Si può dire tutto dei Voltumna, ma non che manchino loro perseveranza e spirito di iniziativa. “Dodecapoli” è il terzo album della formazione laziale; un lavoro che, ancora una volta, presenta un suono modellato con ordine sui dettami del black/death nordeuropeo e mediterraneo, senza stravolgere troppo le coordinate dei precedenti “Damnatio Sacrorum” (2013) e “Disciplina Etrusca” (2015). I Nostri continuano a darsi un gran da fare per emergere dall’underground, e a questo proposito si pensi al numero di date live accumulate o alla cura riposta nel concept che fa da sfondo alla musica, ma giunti a quello che sulla carta dovrebbe rappresentare il passaggio verso la maturità non riescono a compiere il tanto agognato salto. Detto che un mixaggio migliore avrebbe sicuramente giovato all’impatto complessivo, non permettendo allo screaming di sovrastare la strumentazione, i dodici capitoli della tracklist non sono certo raffazzonati. Semplicemente, non brillano per freschezza e personalità, al punto che risulta difficile attribuirli al monicker Voltumna piuttosto che a qualche altra band figlia delle imprese blasfeme di Behemoth, Dark Funeral o Rotting Christ (e sono tante, troppe). Ogni elemento appare al proprio posto – dalle scariche di blast beat del neo acquisto Augur Veii alle parentesi velenose sciorinate dalla sei corde – ma a conti fatti cosa resta di tutto ciò al termine dell’ascolto? Dove sono le ‘hit’ e i riff memorabili? Nessuno ha mai preteso dal quartetto un nuovo “Zos Kia Cultus”, ma in un panorama ormai prossimo alla saturazione si può e si deve fare qualcosa in più per non confondersi nella massa di mestieranti. Un lieve passo falso che ci auguriamo funga da stimolo ai Voltumna per aguzzare il dinamismo e l’ingegno del loro songwriting.