VOYAGER – Ghost Mile

Pubblicato il 12/12/2017 da
voto
7.5
  • Band: VOYAGER
  • Durata: 00:44:27
  • Disponibile dal: 12/05/2017

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Arrivare da così lontano avrà giocato loro un brutto tiro, quando dall’Australia il loro sound avrebbe tutte le caratteristiche per sfamare gli appassionati di progressive metal del Vecchio Continente. Oppure, nessuna casa discografica di una certa fama ha voluto dar loro una possibilità per rendersi visibili. O ancora, sono stati i Voyager stessi a non aver cercato con insistenza una popolarità che una tale affabilità di modi delle canzoni avrebbe probabilmente meritato. “Ghost Mile” è il sesto album della formazione in quasi vent’anni di attività e circola da maggio. Vi ci siamo focalizzati quando abbiamo incrociato il combo di Daniel Estrin al Legend di Milano, appena prima degli Uneven Structure. Pur nell’appartenenza fedele al prog metal moderno, i cinque di Perth denotano una personalità tutta loro, che li rende immediatamente riconoscibili. Il primo sostantivo che viene in mente di applicare alla loro proposta è ‘leggerezza’. Proprio una sensazione di fluttuare immobili nell’aria, beffando la forza di gravità, sotto un cielo terso, in un clima nient’altro che perfetto. Vi è tanto pop in “Ghost Mile” e non va per nulla a intaccare un nocciolo duro metal che tuona potente nelle chitarre compresse di ultima generazione e in una batteria che scherza con le cadenze, si lancia all’attacco e si dibatte fra tempi imprevedibili con la stessa naturalezza con cui si dispone, in altri casi, a un lavoro di fino sullo sfondo. A mediare e mischiare perfettamente i toni, in un andirivieni obliquo fra atmosfere di pace spaziale e sfavillanti accessi di animosità, ci danno dentro tastiere e voce, entrambe ad appannaggio del talentuoso mastermind, unico membro fondatore rimasto in line-up. Le prime incorporano una marea di effettistica e passano da tradizionali combinazioni pianistiche a suoni minacciosi, elettronica, punteggiature sinistre, eterei tappeti di contorno che improvvisamente erompono dall’ombra per spezzare l’andamento del brano; una mutevolezza di vedute e un’intelligenza nell’utilizzo di suoni così compositi denota un lavoro di ricerca di tutto rispetto. Mentre la voce è un qualcosa di non facile catalogazione: il timbro di Estrin porterebbe a pensare che sia capitato un po’ per caso a interagire con queste sonorità. Il primo impatto con le sue linee vocali è straniante, vi è una posatezza che di primo acchito appare innaturale in tale contesto. Invece, si incastona come l’unica tessera della giusta dimensione nel mosaico formato dagli altri elementi, rendendo ogni singola traccia una potenziale hit metallica. Sì, perché la morbidezza delle lead vocals, l’ariosità melodica, la presenza di un groove contagioso nelle ritmiche e l’incisività di taluni motivi tastieristici, ci fanno imprimere in breve nella memoria brani articolati ma sempre trascinanti come l’opener “Ascension”, “Misery Is Only Company”, la tirata title track. Quel senso di inconsuetudine che si palesa nei primi minuti di ascolto, si ingigantisce abbastanza in fretta, aiutato da una sottile vena sarcastica e da testi non così positivi come la rasserenante voce di Estrin farebbe intendere. Quando arriva la tamarraggine sfacciata dei pattern elettronici di “What A Wonderful Day” (quasi ballabile) siamo definitivamente convinti che vi sia un estro non comune in dote ai Voyager, che non si perdono per strada nemmeno nella fase conclusiva della tracklist. Infatti, “As The City Takes The Night” si pone come uno dei pezzi prog dell’anno, autorizzandoci a piazzare “Ghost Mile” nemmeno tanto distante in un’ideale classifica progressive metal del 2017 da quelle meraviglie di “In The Passing Light Of Day” e “Malina”. Quando il prog e l’easy listening si incontrano e si accorgono di andare tremendamente d’accordo.

TRACKLIST

  1. Ascension
  2. Misery Is Only Company
  3. Lifeline
  4. The Fragile Serene
  5. To the Riverside
  6. Ghost Mile
  7. What a Wonderful Day
  8. Disconnected
  9. This Gentle Earth (1981)
  10. As the City Takes the Night
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