8.0
- Band: VREID
- Durata: 00:48:36
- Disponibile dal: 07/02/2011
- Etichetta:
- Indie Recordings
- Distributore: Audioglobe
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A soli due anni dal precedente – ed ottimo – “Milorg” eccoci nuovamente a parlare dei norvegesi Vreid e della loro continua evoluzione stilistica: evoluzione con la E maiuscola, dato che con il qui presente “V” il combo scandinavo appare più che mai convinto nel non volersi fossilizzare su un genere specifico. Se il precedente “Milorg” aveva stabilito le proprie coordinate sonore su un black&roll piuttosto dinamico, possiamo affermare con sicurezza che questo nuovo album apre nuove frontiere al suono della formazione: l’aggiunta di parti in cantato pulito, intermezzi lenti ed atmosferici ed una vena marcatamente thrashy nel compartimento ritmico dovrebbero bastarvi per capire la ventata di cambiamento iniettata in questo nuovo capitolo discografico. Impossibile rimanere impassibili di fronte alla cura e varietà riposta in ogni composizione del lavoro: nei cinquanta minuti dell’opera si passa con nonchalance dai riff rocciosi dell’apripista “Arche” alle ariose “The Sound of the River” e “The Others and the Look”, perfetti esempi della poliedricità raggiunta dai Vreid e della capacità non comune di non risultare banali quando le atmosfere si fanno più distese e la melodia prende il sopravvento sulla componente più estrema, elemento ormai passato quasi in secondo piano nel suono della band. Più vicine al recente passato la veloce “Wolverine Bastards” e la conclusiva “Then We Die”, episodi che spostano l’accento verso l’anima black&roll che aveva decretato la fortuna dei precedenti lavori della formazione: ascoltando composizioni come “Fire on the Mountain” e l’anthemica “Slave” sembra logico chiedersi il motivo per cui Sture Dingsøyr abbia atteso così a lungo per mettere in mostra la propria bravura canora a tutto tondo. Gli oltre dieci minuti di “The Others and the Look” e la violenta “Welcome to the Asylum” sono le ultime due facce del suono di questo quinto episodio dei Vreid: nove brani intensi e dalla qualità costante che ad ascolto concluso scatenano una voglia incontrollata di essere riascoltate per assaporarne ogni sfumatura. Anche se siamo solo all’inizio del 2011, possiamo affermare con sicurezza che il quinto parto dei Vreid si conferma come uno degli assoluti highlight di quest’anno: perderlo sarebbe un autentico crimine.