7.0
- Band: VULTURES VENGEANCE
- Durata: 00:41:27
- Disponibile dal: 21/02/2025
- Etichetta:
- High Roller Records
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Quarantuno minuti di heavy metal infuocato e spietato per il ritorno sulle scene dei romani Vultures Vengeance, gruppo che ha da sempre preso come propria ispirazione principale quel sound forgiato dalle band storiche dell’epic metal tradizionale come Cirith Ungol, Manilla Road e Brocas Helm.
Dopo un paio di EP, nel 2019 il debutto “The Knightlore” – edito dalla nostrana Gates Of Hell – ha attirato le attenzioni degli appassionati di queste sonorità e questo ritorno sulle scene era quindi atteso da tempo.
“Dark Age”, titolo scelto per questa nuova release, vede il passaggio del quartetto italiano nel roster dell’attenta etichetta tedesca High Roller. Il disco è stato registrato nel 2020, ma a causa della pandemia e di alcuni cambi di line-up, che hanno registrato l’uscita di Tony L.A. e Matt Savage , crispettivamente hitarra e basso, le cose sono andate per le lunghe, protraendosi fino ai giorni nostri. Tony T. Steele, cantante, chitarrista e leader della band, non si è dato per vinto e oggi il gruppo vuole ritornare protagonista, riprendendosi le luci della ribalta.
Gli otto brani qui contenuti continuano il discorso intrapreso con il debutto, anche se la sensazione è che le nuove composizioni siano più articolate rispetto all’esordio, che probabilmente possedeva invece un impatto maggiormente istintivo. Qui la band riesce a creare atmosfere più intense con la presenza di più elementi e qualche cambio di tempo all’interno dello stesso pezzo. Ciò che rimane costante è la voce di Tony, non certo facile da digerire inizialmente. Il suo approccio ruvido e stridulo va certamente compreso e assimilato pian piano,
La title-track, che apre le danze, presenta atmosfere oscure con le chitarre che preparano la via ad un brano dai ritmi sostenuti, che scorre con estrema decisione fino ad un refrain che si aiuta con qualche coro. Sono le chitarre taglienti a farla da padrone, viaggiando rapide e costruendo armonie esaltanti. Le ritroviamo con la roboante partenza di “Queen Of The Last Light”, un midtempo ben equilibrato dove l’ugola pungente di Steele può colpire con precisione chirurgica.
La bellicosa “Reign Of Severance” ci catapulta sui campi di battaglia, pronti a brandire l’ascia, e mostra una maggiore cura nelle linee vocali, aspetto sul quale, in generale, il gruppo potrebbe fare ulteriori passi in avanti in futuro. Quel che non manca mai invece è una dose imponente di acciaio rovente, che si riversa sull’ascoltatore e che ritroviamo nell’agitata “The Exiled” e nelle atmosfere epiche ed irruenti di “The Foul Mighty Temple Of Men”. Nel finale, per l’ultimo capitolo della tracklist, si cambia registro e finalmente troviamo un pezzo più cadenzato come “It Holds”, dove chitarre acustiche conducono il brano inizialmente, prima di riprendere a correre sulla doppia cassa tornando brevemente a calcare sonorità heavy.
“Dust Age” è tutto ciò che ci aspettavamo dal ritorno sulle scene dei Vultures Vengeance, un concentrato di epic-heavy metal che tira dritto per la propria strada lasciando dietro di sé solamente macerie. È un disco che però non può forse rappresentare del tutto l’incarnazione odierna della band, visto che cinque anni sono davvero un’infinità di tempo. Speriamo quindi di poter ascoltare presto ciò che il quartetto, rinnovato, può presentare allo stato attuale, con ancora più esperienza sulle spalle del proprio leader e condottiero.