6.5
- Band: VULVECTOMY
- Durata: 00:30:27
- Disponibile dal: 04/02/2010
- Etichetta:
- Sevared Records
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Copertina, nome della band e dell’album non lasciano di certo spazio all’immaginazione. “Post-Abortion Slut Fuck” è il classico CD da tenere nascosto ai genitori e da mettere su qualora si volesse spaventare qualcuno che ignora la possibilità che al mondo esista qualcuno che si appassiona a certi tipi di sonorità. La premessa è quindi che, se siete deboli di stomaco o facilmente impressionabili, se non siete amanti di voci ruttate a mo’ di “porco sgozzato” e magari schifate per giunta le tematiche gore, dovete assolutamente stare il più lontano possibile da questo album. A tutti coloro invece che amano inondare i propri timpani con ettolitri di sanguinolento brutal/slam death metal consigliamo di fare un passo avanti e dare una possibilità ai nostrani Vulvectomy. Ovviamente quando parliamo di slam non parliamo di quello più accessibile (e oseremmo quasi dire “modaiolo”) alla Annotations of an Autopsy, ma di quello veramente oltranzista e senza compromessi alla Amputated, Putridity, Abominable Putridity e compagnia vomitevole. Per cominciare diciamo che tra le file dei Vulvectomy milita l’ex vocalist dei baresi Natron, Diego Fanelli, che ovviamente ci propone un profondissimo e vomitatissimo growl ultra gutturale e con ben poco spazio alle variazioni. Il riffing è per lo più monolitico, pachidermico e con ripartenze al cardiopalma che ci fanno venire in mente i Devourment più seminali. La produzione è più che accettabile, e rende comprensibile il lavoro strumentale della band, un aspetto da tenere in considerazione quando si ascoltano dischi di questo tipo. In realtà da dire non c’è molto altro, il genere suonato non lascia il minimo spazio a contaminazioni o sperimentalismi, qua c’è solo “ignoranza” allo stato puro, nessun compromesso e nessuna melodia, nessuna voglia di piacere a qualcuno di più, solo tanta voglia di divertirsi e divertire quei quattro gatti che amano immergersi in un bagno di sangue come questo. Insomma, come si suol dire in questi casi: for fanatics only.