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- Band: W.A.S.P.
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Edel
I W.A.S.P. sono una di quelle band che con il passare degli anni sono riusciti ad arrivare allo status di istituzione in ambito metal. Blackie Lawless, da molti considerato come un maniaco pervertito, in realtà è una persona di grandissima cultura, ed ha il vanto (o difetto per la società perbenista) di aver sempre espresso apertamente i suoi punti di vista, anche nel caso questi risultassero scomodi per lui e per la sua band. Ad un anno dall’interessante “Unholy Terror” ecco il nuovissimo “Dying For The World”, masterpiece di heavy metal pregno dell’impotenza, dell’incredulità e della disperazione che Lawless ha provato l’11 Settembre scorso, tragico giorno che ha visto gli Stati Uniti protagonisti di uno dei crimini più agghiaccianti ed effimeri della storia. A dispetto del precendete album, la line up subisce una nuova trasformazione, Stet Howland lascia a favore dell’indimenticato Frankie Banali ed il secondo W.A.S.P. per eccellenza Chris Homes (già assente da tempo…ricordate lo scorso Gods Of Metal?) cede il posto al comunque ineccepibile Darrel Roberts. Poco cambia nella proposta musicale: inconfondibile è il classico heavy metal che da vent’anni è un segno di trademark della band, violenza e aggressività unite a quel costante senso di struggente tristezza hanno reso celebri capolavori come “The Crimson Idol” o “The Headless Children”! A questi masterpieces si rifà “Dying For The World”, che al suo interno contiene brani spaccaossa come la veloce e diretta “My Wicked Heart” così come episodi malinconici alla stregua di “Hallwoed Ground”, presente anche in veste acustica, il cui titolo riassume alla perfezione la tragicità delle tematiche trattate. Blackie non dimentica il passato, e, tornando sui passi di “Unholy Terror”, lo troviamo nuovamente ad esprimere il suo punto di vista sulla religione in “Black Bone Torso”, pezzo cupo e solenne allo stesso tempo dove il cantato si trasforma in una malefica litania. L’unico punto debole di “Dying For The World” si deve cercare negli eccessivi riferimenti al passato dei pezzi, che già dal primo ascolto più di una volta richiamano platealmente le vecchie composizioni della band. Tralasciando questo particolare, per chi scrive il suddetto album rappresenta un lavoro valido e piacevole da ascoltare, ma soprattutto la conferma che le mode non hanno il potere di spazzare via chi ha fatto la storia. Pochi rimangono i vecchi dinosauri sopravvissuti, mi fa piacere constatare che i W.A.S.P. siano ancora tra questi!