9.0
- Band: W.A.S.P.
- Durata: 00:57:47
- Disponibile dal: 08/06/1992
- Etichetta:
- Capitol Records
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Nel 1992, anno di uscita di “The Crimson Idol”, gli W.A.S.P. stanno vivendo un momento difficile della loro carriera, in quanto Blackie Lawless è rimasto praticamente da solo, l’unico padre/padrone della sua creatura in seguito all’abbandono dello storico chitarrista Chris Holmes. Forse questo è anche uno dei motivi per cui nelle intenzioni originali questo disco sarebbe dovuto uscire come progetto solista di Lawless. Ma si sa, il business non perdona e, su insistenza di fan e discografici, Blackie cede e “The Crimson Idol” viene pubblicato con il monicker W.A.S.P.. Vengono reclutati in formazione musicisti di grande spessore, come il chitarrista Bob Kulick, Frankie Banali e Stet Howland alla batteria e, seppur non accreditato, Doug Aldrich (Dio, Whitesnake, Revolution Saints) si occupa della lead guitar su “Arena Of Pleasure”. Gran parte dell’importanza di questo disco si deve al profondo concept, una storia dalle tinte drammatiche, struggenti ed introspettive. Il racconto, qui molto riassunto, ruota attorno ad un ragazzo di nome Jonathan Aaron Steel, che vive un’infanzia tristissima perché considerato una nullità dai genitori, che lo paragonano costantemente al fratello maggiore, ben più amato e riverito. Negli anni questa solitudine porta Jonathan a cercare una minima consolazione in uno specchio, oggetto che assume un forte significato simbolico nel racconto. Gli anni passano ed il fratello Michael viene a mancare. Jonathan è distrutto e si rifugia nell’alcool. Fino ad un giorno in cui si trova di fronte ad un negozio che mette in mostra una chitarra. La musica diverrà la salvezza per il ragazzo, che scopre di avere un talento prodigioso in grado, anni dopo, di portarlo a diventare un idolo per moltissime persone (“The Crimson Idol”, per l’appunto). Il successo però non lo libererà dalla solitudine, né lo avvicinerà mai ai genitori che, durante un’ultima telefonata, chiudono con le parole ‘non abbiamo nessun figlio’. Pochissimo tempo dopo, l’Idolo Cremisi verrà trovato morto impiccato proprio con le corde della sua chitarra. “Titanic Overture” apre il sipario con dolci arpeggi e suadenti linee vocali, poi il brano aumenta di intensità, mantenendo però atmosfere malinconiche che non lo abbandoneranno fino alla fine. Segue “The Invisibile Boy”, un titolo che già da solo basta per raccontare la situazione personale del protagonista. L’hard rock degli W.A.S.P. questa volta non si presenta in modo ferale e sanguinario, con un Blackie Lawless in grande spolvero che trova il punto di massimo climax nel ritornello corale. Con “Arena Of Pleasure” troviamo il sound classico della formazione americana, bello potente e melodico ed impreziosito da un fantastico assolo di chitarra (Aldrich docet!). L’ascolto prosegue con “Chainsaw Charlie”, uno dei pezzi più amati dai fan e che non manca di essere proposto spesso e volentieri dal vivo. Energia ed adrenalina scorrono pronte a non lasciare superstiti sulla loro strada. All’interno del disco troviamo molti capitoli più lenti ed emozionali, da “The Gypsy Meets The Boy” a “The Idol”, ed ancora “Hold On To My Heart”, ballate che arrivano dritte al cuore riuscendo a trasmettere un epico senso di drammaticità. Questi momenti più oscuri vengono bilanciati da bordate hard’n’heavy che rispondono al nome di “Doctor Rockter” e “I Am One”, due splendidi gioielli che portano gli W.A.S.P. al top della loro proposta. “The Crimson Idol” si chiude con la lunga “The Great Misconception Of Me”, quasi dieci minuti di rock duro, puro e sanguigno, che alterna parti melodiche e dolci a rasoiate metalliche accompagnate da un sublime gusto melodico. Un disco che entra di diritto nella storia del rock duro, emozionante ed intenso dalla prima all’ultima nota. Per molti, “The Crimson Idol” rappresenta l’opera maxima che Lawless e compagni non riusciranno più a bissare negli anni a venire.