WAKE ARKANE – Awakenings

Pubblicato il 19/01/2024 da
voto
7.5
  • Band: WAKE ARKANE
  • Durata: 00:51:32
  • Disponibile dal: 15/12/2023

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Li ricordiamo bene, noi di Metalitalia.com, i milanesi Wake Arkane. Il 5 maggio 2012, infatti, l’allora quintetto fu la prima band in assoluto a calcare le assi del Metalitalia.com Festival, in quella storica, ormai quasi arcaica, edizione di debutto. Da allora, e sono trascorsi quasi dodici anni, di acqua sotto i ponti ne è passata, sia per noi, sia per il gruppo nostrano.
All’epoca appena usciti con l’agognato album d’esordio “The Black Season”, i Wake Arkane si ritagliarono un piccolo angolo di gloria con quello che fu (e che è) un fulgidissimo esempio di progressive death metal melodico fatto con gusto, capacità compositive sopra la media ed un certosino savoir-faire. Passato quel fugace momento, la band tornò quietamente nell’anonimato per poi disgregarsi qualche anno dopo tra insite lentezze e i casi della vita che accadono in ogni realtà underground: della formazione autrice di “The Black Season”, difatti, sopravvivono solo il chitarrista Riccardo Rebughini ed il batterista Federico De Zani, mentre Helios Ingrassano, Matteo Belloni e Luca Difato prendono strade diverse, soprattutto quest’ultimo riuscendo a ritagliarsi il suo meritato spazio nella scena metallica quale bassista dei redivivi Cultus Sanguine.
Nel frattempo, a dare un’inaspettata svolta alla storia dei Wake Arkane ecco giungere Mike Lunacy, il quale, parcheggiati ai box i suoi Dark Lunacy dal 2016 (“The Rain After The Snow” resta l’ultimo disco dei parmensi), approda a dare volentieri una mano ai superstiti della line-up milanese. Assoldato Andrea Grumelli al basso, i Nostri si sono rimboccati le maniche e hanno composto il secondo album della storia dei Wake Arkane, intitolato proditoriamente “Awakenings” e presentato nel corso dei mesi scorsi da vari singoli anticipatori e relativi video.
Come nella tradizione dei dischi partoriti da Mike Lunacy, il vocalist emiliano ha portato in dote ai suoi nuovi compari una fluente e forbita narrativa lirica, sciorinata attraverso una storia ricca di pathos ed emozione e che ben si adagia e sviluppa sul comparto strumentale del death melodico progressivo della band, che non rimane sulla falsariga di quello dell’esordio, ma si plasma e contorce sulle nuove direttive portate da Mike, avvicinandosi, in modo naturale, alle atmosfere teatrali e raffinate proprio dei Dark Lunacy, ma anche andando a lambire spiagge solitamente di proprietà dei Septicflesh (qualche modernità più groovy), dei Borknagar (richiamati da un paio di chorus puliti molto ‘nordici’), degli In Flames di metà carriera (il riffing in generale) oppure degli Into Eternity (i molteplici assoli che puntellano un po’ ovunque “Awakenings”). E’ un melo-death tutto sommato validissimo e dall’appeal internazionale, quello che emana dal nuovo disco dei Wake Arkane, probabilmente più sui generis rispetto al passato, quando la potenza e l’eclettismo della voce di Ingrassano e un’atmosfera più malinconica e del tutto particolare donava a “The Black Season” un’unicità più impattante rispetto ad “Awakenings”.
Scritto ciò, se nell’insieme, forse, questo uniformarsi a produzioni death melodico già sentite mille volte è un mezzo passo indietro, prese singolarmente ecco che le nove canzoni – più l’introduzione “Pathway” – sono assolutamente inattaccabili e composte brillantemente, complesse quanto basta ma anche molto più in-your-face che in passato: gli arrangiamenti sono il pezzo forte dell’album, in quanto vi permetteranno di scoprire nuovi tasselli musicali ad ogni fruizione, tra un’elettronica usata in modo sapiente, parti di chitarra dotate di classe cristallina, una sezione ritmica varia e trascinante e tutta una serie di campionamenti utili a seguire la storia raccontata, a cui tirano i fili la voce strozzata ed il carisma di Mike e diversi ritornelli in voce pulita, cantati dal chitarrista Ricky Rebughini.
A dover citare le tracce che più ci hanno impressionato, una menzione d’onore la meritano certamente “The Eternal Return” e “Puppets Know The Tears”, due brani melo-death con tutti i crismi migliori del genere, la stupenda semiballata “Venere”, da apprezzare per la sua toccante dolcezza e per il meraviglioso intermezzo baciato da percussioni e da un sentito solo di basso, ed infine la più possente e rocciosa “W.S.A.”, che, oltre ad avere un forte retrogusto Septicflesh, rappresenta anche l’apice di una seconda parte di album che perde un po’ di forza intrinseca ed interesse, avendo sparato le migliori cartucce tutte nella prima parte.
Poco male, comunque, “Awakenings” dei Wake Arkane è un lavoro che gli amanti del melo-death tutto dovrebbero provvedere ad ascoltare, in quanto prodotto di qualità e degno di stare tra i migliori nomi del panorama odierno. Bentornato, perciò, ai nostri portacolori, in questa nuova, vecchia veste che speriamo porti loro miglior fortuna.

 

TRACKLIST

  1. Pathway
  2. The Eternal Return
  3. Puppets Know The Tears
  4. Venere
  5. My Coldest Land
  6. Waltz Of Cypress
  7. Dusk Embraces Me
  8. Alone Again
  9. W.S.A.
  10. Awakenings
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