WAKE ARKANE – The Black Season

Pubblicato il 19/06/2012 da
voto
7.5
  • Band: WAKE ARKANE
  • Durata: 00:49:26
  • Disponibile dal: 05/05/2012

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Quasi sotto voce, i melodic/progressive death metaller milanesi Wake Arkane hanno registrato un album assai affascinante. Nati nel 2008 dalle ceneri dei The Wake – band da noi già positivamente recensita in occasione del demo/EP “Cumbersome” – i Nostri arrivano con “The Black Season” al traguardo del full-length di debutto, mantenendo le coordinate della loro musica pressoché immutate rispetto alla precedente esperienza. Avendo ormai il gruppo una notevole gavetta alle spalle, non stupisce che il suono risulti ulteriormente fluido e curato nel suo unire con competenza e raziocinio elementi tipicamente melodic death metal svedesi, progressive rock/metal e accenni gothic-doom. In tutto, “The Black Season” contiene otto brani che scorrono senza soluzione di continuità per quasi cinquanta minuti di musica, durante i quali la cangiante miscela di suggestioni, eclettica ma non ondivaga, sempre sul filo di una sobria malinconia, riporta senza sosta alla mente i gloriosi anni ’90, vera e propria età aurea per questo genere di sonorità. Del resto, che i Wake Arkane non siano proprio alle prime armi e che sappiano dove andare a “mettere le mani” in termini di riferimenti e influenze, lo si capisce subito, quando partono le prime note della validissima “Apophis’ Monolithes”: c’è un “saper fare” e un “mestiere” nel congiungere spunti e sensazioni che non sono certamente da principianti. Si sente che siamo di fronte a ragazzi che hanno vissuto in prima persona il suddetto periodo, che hanno speso anni su un “Purgatory Afterglow”, un “Elegy” o un “Seasons” e che non hanno distolto l’attenzione quando il genere ha preso una piega più moderna, sperimentale e cupa (Dark Tranquillity post-“The Mind’s I”). “The Black Season” ci trascina quindi in un ascolto intenso e sfaccettato, reso ancor più attraente da una cura maniacale negli arrangiamenti, da un gran gusto in fase solista e da un ottimo lavoro in sede di regia; d’altra parte, al mixaggio e al mastering ha collaborato Dan Swanö, che presta poi la sua voce pulita al chorus di “The Numb Experience”, uno dei migliori episodi del lotto. Convincono meno, invece, certi tratti di “Human Dust Debris”, eccellente negli intrecci strumentali, ma dal ritornello un po’ troppo forzato e insistente. Sul fronte vocale, in futuro la band dovrebbe magari cercare di mescolare maggiormente le carte, scambiando i ruoli di clean e growling vocals più di frequente ed evitando di cercare sempre e comunque il chorus “ad effetto”. Detto dei suoi aspetti più e meno brillanti, resta in ogni modo da sottolineare una volta per tutte quanto “The Black Season” sia un lavoro complessivamente maturo e ispirato, alfiere di un sound che al giorno d’oggi non si sente tanto spesso e che rimanda nel migliore dei modi, con talento ed ambizione, a un modo di concepire il metal estremo/progressivo che chi è attorno o ha oltrepassato i trent’anni di età ha inevitabilmente nel cuore. Realtà da tenere d’occhio.

TRACKLIST

  1. Daucalion's Fall
  2. Apophis' Monolithes
  3. The Numb Experience
  4. Human Dust Debris
  5. Outshined
  6. Berenice
  7. Swallowed By The Afterglow
  8. Diluvio
17 commenti
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