7.5
- Band: WAKE
- Durata: 00:28:00
- Disponibile dal: 23/02/2018
- Etichetta:
- Translation Loss
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Il grindcore variamente declinato dei Wake meriterebbe da qualche tempo miglior palcoscenico di quello puramente underground. Il gruppo di Calgary coniuga da anni tradizionalismo e tendenze più moderne con invidiabile lucidità, riuscendo sempre a mantenersi su alti livelli di coerenza e credibilità. Il nuovo “Misery Rites” è un’altra opera ad avere diverse frecce al proprio arco, non ultima un songwriting sempre solido e astuto, che non perde mai occasione di mettere in primo piano la poliedricità di questi musicisti. Le accelerazioni ritmiche sono violente come da prassi e gli attacchi dei brani sono spesso senza troppi fronzoli, tuttavia, una volta oltrepassati questi incipit, lo sviluppo dei pezzi non tarda ad esprimere un sound ampio e dominante, che mescola con notevole prontezza grind, post hardcore, black metal e derive sludge. Una scrittura tanto variegata ed eclettica potrebbe rischiare di restituire una tracklist dispersiva, se non addirittura sconclusionata, ma i Wake mantengono sempre i piedi per terra, trovando sempre il cambio di tempo più fluido e affidandosi ad una capacità di sintesi perfettamente sviluppata. Lo dimostrano in pieno episodi come “Paradigm Lost” o “Burial Ground”, brani che sembrano uscire dai taccuini di una realtà come i Converge, prestata però ad una rivisitazione del repertorio Nasum. In questo “Misery Rites” il quintetto rallenta più del solito, cercando di mettere in luce una componente emotiva più che mai matura, tuttavia mai si ha l’impressione che sotto questa confezione più ordinata e “professionale” vi sia un prodotto calcolato. Semplicemente, i Wake non amano mettere radici: il loro è un suono che si sposta di continuo e che fa tesoro di ascolti attenti, di una mentalità aperta e di una cultura musicale decisamente vasta. “Misery Rites” pare finire troppo in fretta, tanto da lasciare un vago sentore di precarietà, ma in quel caso il tasto ‘play’ è sempre pronto a venire in nostro soccorso e a donarci una nuova mezzoretta all’insegna di furore e amarezza. In ogni caso, resta forte l’idea di trovarsi al cospetto di una formazione in netta crescita e che non è mai stata così avvincente.