6.5
- Band: WALDGEFLüSTER
- Durata: 01:03:47
- Disponibile dal: 14/10/2016
- Etichetta:
- Nordvis Produktion
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Seconda release per questo 2016 da parte dei bavaresi Waldgeflüster – creatura del mastermind Winterherz – dopo la buona prova su split con gli statunitensi Panopticon. La copertina di “Ruinen” – uno scorcio di paesaggio che rappresenta un pendio alberato sul quale torreggia una costruzione in rovine – sembra promettere un black metal dalle sfumature pagane e un’atmosfera legata alla natura e alle foreste alpine in particolare, e in buona parte è davvero così: black metal atmosferico che però spesso vira altrove, talora verso sonorità malinconiche e vicine al gothic/doom rock di Katatonia e Sentenced (“Ruinenfelder”), altre volte verso il post-metal (“Ashephönix”). Questo mix di influenze però non riesce sempre benissimo, o meglio, rischia di togliere qualcosa a livello di atmosfera, come nella già citata “Ashephönix”, dove sarebbero state preferibili soluzioni più tradizionaliste. “Und Immer Wieder Schnee”, più orientata al black metal classico – tirato ma certamente atmosferico e con un tocco di epicità regalato dai cori – è maggiormente in linea con i primi dischi dei Nostri e risulta tra gli episodi più riusciti, nonostante sul finale veda alcune aperture melodiche ariose dal gusto post che stonano un po’ con l’atmosfera creata. In generale si tratta di un lavoro ben suonato e vario, anche se in un certo senso non abbastanza: l’altra pecca di questo lavoro risiede infatti nella lunghezza dei pezzi, che è spesso eccessiva anche considerato il genere proposto, e rischia di far perdere mordente alle composizioni. Detto questo, il tentativo della band di allargare i propri orizzonti è comprensibile, e sicuramente non deplorevole, ma probabilmente bisognerà aggiustare un po’ il tiro nei prossimi lavori, decidendo quale strada si vuole realmente seguire e facendo un lavoro maggiore in fase di editing. Per ora siamo di fronte ad un disco più che discreto, con alcuni episodi sopra la media, abbastanza godibile anche grazie alle suggestioni romantiche e malinconiche – tipicamente teutoniche – che pervadono l’intero album.