7.0
- Band: WALKING CORPSE
- Durata: 00:34:02
- Disponibile dal: 01/12/2023
- Etichetta:
- Transcending Obscurity
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Mentre tutto il mondo era bloccato con le quattro frecce, attendendo la fine della pandemia, a Göteborg i Walking Corpse rilasciavano “The Fear Takes Hold”, il primo disco dal lungo minutaggio.
Da subito, il power trio ha adottato uno stile distintivo, marchiando il loro grindcore moderno di richiami al death metal e di sezioni dissonanti e contorte, senza mai risultare ambigui, anzi. La proposta della formazione svedese vede oggi un passo avanti con “Our Hands, Your Throat”, pubblicato da Transcending Obscurity, etichetta molto attenta a pescare band europee molto valide ormai da una mezza decade.
Tornando al disco, non capita molto spesso di imbattersi in una tracklist di questo tipo: offre un’intensità elettrizzante, chiaramente scontata per questo genere, soprattutto per i fan di Lock Up e Pig Destroyer, ma allo stesso tempo, un’imprevedibilità nel songwriting che ci mantiene vigili e attenti. Ciò che i Walking Corpse rendono al meglio è premere sull’accelleratore al massimo delle possibilità tecniche, sterzare bruscamente verso riff e metriche dissonanti ed intricate, per poi tornare sui binari con estrema naturalezza.
La opener “Dreamflesh Navigator”, assieme a “Brainworm” e “The Last Laugh” rappresentano un vortice di botte sul classico stile Rotten Sound e Nasum, dove la prova alla chitarra inserisce una carica di pazzia con vari riff mathcore ad intensificare la devianza già presente. Questo contrasto a livello di scrittura è ben fatto e non risulta mai esagerato, il culmine emerge nella title-track dell’album che assomiglia ad un tributo ai Converge dei primi anni ‘2000. “Our Hands, Your Throat” lancia tutto addosso il più velocemente possibile, con un approccio tanto innovativo quando aggressivo.
L’unica nota da menzionare negativamente è la presenza di un paio di cambi di groove, interamente sfruttati per rallentare eccessivamente ed incastrare dei breakdown non particolarmente incisivi e, a gusto nostro, evitabili. Ad ogni modo, i Walking Corpse raggiungono un elusivo equilibrio di variazioni per rompere la monotonia e la prevedibilità di un genere che non si è mai particolarmente rinnovato, ma senza mai comprometterne la pure espressione catartica. Infine, “Our Hands, Your Throat” convince e coinvolge senza grossi intoppi, restiamo dunque in attesa di vedere i prossimi passi del trio svedese.