7.5
- Band: WARLORD
- Durata: 00:54:13
- Disponibile dal: 10/05/2024
- Etichetta:
- High Roller Records
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Finalmente è giunto il momento di tirare le somme sulla nuova opera in studio ad opera degli iconici epic metaller statunitensi Warlord, attorno alla quale si è generata più di qualche controversia all’interno del panorama di appassionati di musica metal, anche per via della volontà da parte del batterista Mark Zonder di tenere in piedi la band. Decisione accompagnata per giunta dalla volontà di immettere sul mercato un nuovo disco, anche se sarebbe corretto ammettere che, a scanso di equivoci, non è mai stato nascosto il fatto che la stragrande maggioranza delle composizioni trovi la propria origine in quanto scritto e composto dal compianto chitarrista e fondatore William J. Tsamis, che stando ai crediti dell’album continua a risultare l’autentico protagonista del risultato finale.
Comunque la si voglia vedere, scegliamo di tenere come sempre il focus sulla musica, e se parliamo di qualità nuda e pura ci sentiamo di affermare che i Warlord abbiano fatto nuovamente centro con questo “Free Spirit Soar”, di cui abbiamo già analizzato le tracce nel dettaglio nel track-by-track pubblicato qualche tempo fa.
Volendo fare una panoramica generale, volta anche a riassumere le nostre considerazioni, possiamo dire di essere in presenza di un prodotto che corrisponde perfettamente a quello che un fan potrebbe desiderare dalla realtà californiana, con tutte le varie sfumature del caso: ci sono fasi cadenzate e dalla parvenza evocativa e poetica, che possiamo dire rappresentino la maggioranza di quanto proposto, ma anche parentesi in cui l’estro più old-school power metal emerge di prepotenza, portando l’ascoltatore ad esaltarsi come al momento dell’uscita del singolo “Conquerors”.
Anche se, come già detto, riteniamo debba andare a “The Bell Tolls” il premio per la miglior canzone del pacchetto, in quanto riteniamo incarni esattamente l’essenza di un pezzo epico e focoso, ma nel contempo orecchiabile e quasi rilassato nelle sue soluzioni.
Tuttavia, ciò che davvero conquista è la cura maniacale riposta nel comparto melodico e nelle linee vocali, messe in pratica dal talentuoso Giles Lavery dietro al microfono, il quale si rende interprete ed ambasciatore di uno stile raffinato ed accattivante con cui confezionare delle parti cantate all’interno di un disco heavy metal, con un risultato che definiremmo a dir poco raro e di classe, soprattutto guardando al panorama contemporaneo.
Similmente, anche la produzione si presenta autentica, genuina e rappresentativa di quello che dovrebbe essere il compromesso perfetto tra il sound old school e la pulizia richiesta ad un lavoro datato 2024; anzi, riteniamo che molte band più giovani dovrebbero attingere da questo stesso calamaio per capire quali dovrebbero essere le priorità, perlomeno sul versante della resa sonora generale.
Non si tratta, tuttavia, di un lavoro impeccabile: l’utilizzo delle tastiere in alcune fasi ci è parso leggermente troppo presente, così come non possiamo fare a meno di notare un paio di leggeri cali isolati di coinvolgimento e pathos, e tra questi potremmo citare ad esempio una comunque buona, seppur musicalmente un po’ mielosa, “The Rider”, o una “Worms Of The Earth”, piacevole ma meno efficace, soprattutto se collocata tra due autentiche hit come la title-track e la sopracitata “Conquerors”.
Malgrado i pochi difetti e le eventuali perplessità date dalla situazione della band, riteniamo che “Free Spirit Soar” abbia poco da invidiare ai predecessori, e che non ci sia alcuna autentica motivazione per cui non ci si debba cimentare nell’ascolto, magari acquistandone anche una copia e tenendo d’occhio le date del tour, in quanto riteniamo che la vera prova del nove sarà il momento in cui i nuovi pezzi verranno eseguiti dal vivo su un palco.
Inoltre, è bene ricordare che certe realtà non dureranno per sempre, e finché immettono sul mercato musica di questo livello sarebbe bene continuare a mantenere salda l’attenzione nei loro confronti.