6.0
- Band: WARLORD
- Durata: 00:45:09
- Disponibile dal: 23/08/2024
- Etichetta:
- High Roller Records
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Un titolo dannatamente lungo per un nuovo prodotto discografico marchiato con la possente doppia v rossa tipica degli statunitensi epic metaller Warlord, di cui si è già fatto un gran parlare quest’anno per via dell’uscita dell’ancora freschissimo ed apprezzato “Free Spirit Soar”, nonostante le controversie generate dal prosieguo della band dopo la prematura scomparsa dell’iconico chitarrista William J. Tsamis.
In questo caso, siamo in presenza di un’operazione non particolarmente necessaria, in quanto si tratta di una riproposizione con la attuale line-up di brani originariamente inseriti nell’album “Rising Out Of The Ashes” datato 2002, scritti peraltro originariamente per il side-project Lordian Guard, ad eccezione della conclusiva “Deliver Us From Evil”, presente sul primo EP “Deliver Us”.
Per quanto faccia piacere che le parti di chitarra e basso risultino ancora quelle suonate e registrate dal sopracitato ex chitarrista, ammettiamo di essere un po’ perplessi di fronte a questa operazione, anche se non per quanto riguarda la componente esecutiva, in quanto la formazione attuale non ha poi molto da invidiare a quella del 2002, anche se è inevitabile avvertire la differenza tra la timbrica di Giles Lavery e quella del ben noto Joacim Cans, voce anche dei più famosi Hammerfall.
La domanda critica che ci poniamo riguarda più che altro l’effettiva utilità di una riproposizione di cui, lo possiamo dire, nessuno sentiva davvero la mancanza: da una parte perché parliamo di un lavoro ancora abbastanza recente e già di per sé non propriamente incensato come un’opera magna da parte dei Warlord, e dall’altra perché non appare chiarissimo il criterio con cui i pezzi siano stati selezionati, ordinati e/o arricchiti con trovate esterne, dal momento che la tracklist risulta in parte rielaborata, con alcune assenze compensate, per l’appunto, dalla sempre leggendaria “Deliver Us From Evil”, che ricordiamo essere arrivata almeno alla sua terza versione registrata.
Ascoltare quanto contenuto in questo lavoro non è ovviamente sgradevole, anche perché parliamo di brani dotati di un piglio notevole ancora oggi – soprattutto “Invaders”, “Battle Of The Living Dead” e la più lunga “War In Heaven” – ma non siamo del tutto sicuri che la loro qualità ne giustifichi una nuova release con queste caratteristiche, nonché con delle tempistiche che potremmo definire quantomeno opinabili, contando che l’attenzione dovrebbe essere ancora tutta per il recente “Free Spirit Soar” e per quella che è a tutti gli effetti la nuova incarnazione di una realtà seminale.
A titolo personale, riteniamo opportuno collocarci a metà tra chi la ritiene un’uscita interessante e chi invece la vede come un qualcosa di totalmente inutile, in quanto siamo davanti a uno di quei casi in cui a contare è probabilmente l’affetto singolo per la band e la voglia di supportarla nonostante alcune uscite non del tutto leggibili.