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- Band: WARLORD
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Etichetta:
- Athreia Records
- Distributore: Edel
Prima di passare alla recensione vera e propria, una precisazione è d’obbligo: “Rising Out Of The Ashes” non è un “nuovo” disco dei Warlord, ma contiene per la maggior parte materiale tratto dai due album che William J. Tsamis ha dato alla luce sotto il monicker Lordian Guard, formazione in cui la moglie si prodigava dietro ai microfoni. Detto questo il chitarrista si è riunito al compagno di ventura Thunder Child, alias Mark Zonder dei Fates Warning, ed ha reclutato sotto le sue ali protettrici Joacim Cans, l’idolo dei metal teen agers, nonchè frontman degli svedesi Hammerfall. Già da queste premesse ci sarebbero tutti gli elementi per mettere in discussione l’onestà di questa reunion, ma limitandoci a prendere in considerazione l’aspetto prettamente musicale di “Rising Out Of The Ashes” non si può far altro che constatare che i ri-arrangiamenti dei vecchi brani proposti sono alquanto efficaci e coinvolgenti. La musica dei Warlord compie un salto indietro nel tempo e torna a raccontarci com’era l’epic metal oscuro dei primi anni ottanta: a gloriosi ritornelli vanno affiancate parti oscure, atmoseriche figlie dei migliori esponenti del doom metal e simili per un certo verso alle maligne soluzioni dei primissimi Angel Witch. Un attento ascolto metterà in luce la superba prova di Mark Zonder dietro le pelli, forte di geniali soluzioni sia nelle parti più dirette, ma capace con i suoi tocchi di classe di accompagnare i momenti più sognanti della musica firmata Warlord. Nella media invece la performance di Joacim Cans che, se mai è stato considerato un eccezionale singer, oggi di certo non si è smentito! E’ però innegabile che la musica dei Warlord sia tutta focalizzata sui riffs e sulle linee melodiche di “Bill” Tsamis e della sua chitarra: rispetto alla versione originale i brani hanno subito alcuni perfezionamenti, nei quali è presente tutto il gusto dell’axe-man, ancora immutato dopo ormai diciotto anni di “riposo”. Da segnalare la rivisitazione di “Lucifer’s Hammer”, classico dei Warlord già contenuto anche in ambito di raccolta, cito “Thy Kingdom Come” del 1986 (se lo trovate procuratevelo a occhi chiusi, ndJR). Che altro aggiungere, da un ritorno così pubblicizzato e da artisti quali Zonder e Tsamis era lecito aspettarsi almeno una massiccia presenza di materiale inedito, l’intenzione invece di lanciarsi in un come back rivelatosi praticamente un nuovo best of farà sicuramente perdere valore a questo “Rising Out From The Ashes”. Sia chiaro, caro Bill, dal prossimo album ci aspettiamo molto di più!