WARLORD – The Holy Empire

Pubblicato il 30/04/2013 da
voto
8.0
  • Band: WARLORD
  • Durata: 00:55:24
  • Disponibile dal: 20/03/2013

Spotify:

Apple Music:

Sono passati undici anni dall’ultima release “Rising Out Of The Ashes”, disco con il quale i Warlord marcarono il loro temporaneo ritorno sulle scene. L’album, a parte due inediti, era più che altro una raccolta di vecchi brani scritti dal chitarrista Bill Tsamis con i Warlord o con l’altra sua band, i Lordian Guard, e riproposti con una formazione che nel 2002 vedeva alla voce il frontman degli Hammerfall, Joacim Cans. L’operazione che aveva riportato in vita un nome così importante dell’epic metal, fino a consentirne la rarissima esibizione dal vivo in quel del prestigioso Wacken Open Air, terminò poco dopo. Una decade e passa dopo, Bill Tsamis, che nel frattempo ha dovuto fare i conti con una seria malattia che ancora lo costringe a cure, e il batterista ormai ex membro dei Fates Warning, Mark Zonder, tornano a far emozionare i loro fan e questa volta lo fanno non solo con un semplice revival ma con un nuovo album di inediti e alcune date dal vivo. Completata la formazione con l’ex Martiria – e già membro dei Warlord a metà anni Ottanta – Rick Anderson, e il bassista di Steve Vai, Philip Bynoe, i Warlord pubblicano “The Holy Empire”, un lavoro che rappresenta a tutti gli effetti il lato più epico, melodico ed evocativo del songwriting marchiato Bill Tsamis. Da sottolineare innanzitutto l’assenza di pezzi veloci alla “Child Of The Damned” e una propensione per mid tempo pregni di atmosfere avvolgenti. Con queste coordinate a tracciare la via, il viaggio in cui ci conducono i Warlord con “The Holy Empire” è fatto innanzitutto di un guitar work ispirato ricco dei giri melodici tipici di Tsamis e di riff di grande effetto, accompagnati da un drumming tecnico, molto vario e dal tocco di assoluta classe. La sezione strumentale è completata da un buonissimo lavoro di Bynoe al basso, mentre il cantato di Anderson, a tratti caldo e delicato e in altri frangenti teatrale e quasi narrativo, si amalgama alla perfezione con le eleganti trame melodiche delle composizioni. Tutto questo è valorizzato da una bella produzione dal sapore retrò che dà a ogni strumento il giusto spazio. Tra i brani migliori citiamo senza paura di sbagliarci la opener “70.000 Sorrows” con il suo incedere solenne e un ritornello di facile presa. La successiva “Glory” non è da meno e, grazie a melodie ariose, delicate e accessibili, colpisce già a un primo ascolto. Di tutt’altra pasta la più ridondante, oscura e doomy “City Walls Of Troy”, scritta decenni fa ma solo ora pubblicata, e l’epicissima “Night Of The Fury”, un altro eroico mid tempo estremamente evocativo che se fosse uscito negli anni ottanta, sarebbe diventato a tutti gli effetti un classico. “Kill Zone” è invece il brano più energico e diretto del lotto e conta sulla prestazione vocale più alta, graffiante e potente del cantante Giles Lavery dei Dragonsclaw, chiamato a sostituire Rick Anderson nell’attuale formazione live. Infine, come non menzionare la conclusiva mastodontica e progressiva titletrack da cui traspare l’eredità dei Lordian Guard? Undici minuti di brano aperto da rintocchi di campana a cui si accostano le soavi voci del Trinity Choir e parti folkeggianti, prima dell’attacco di un altro magistrale mid tempo dal drumming variegato che ci porta fino a un bel ritornello con grandi cori. La chiusura con i pesanti e distorti inserti di synth è un degno finale per un album di alta qualità, fatto per essere apprezzato dopo più ascolti. Ciliegina sulla torta: l’artwork, particolare di “Joshua Commanding the Sun to Stand still”, dipinto del pittore inglese John Martin. Poche sono le band storiche che riescono a tornare in attività dopo molti anni di assenza riuscendo a convincere a pieno. Loro ci sono riusciti con il nuovo “The Holy Empire”, un album che i fan dell’epic metal possono tranquillamente comprare a scatola chiusa.

TRACKLIST

  1. 70000 Sorrows
  2. Glory
  3. Thy Kingdom Come
  4. City Walls of Troy
  5. Kill Zone
  6. Night of the Fury
  7. Father
  8. The Holy Empire
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.