WARMEN – Band Of Brothers

Pubblicato il 20/08/2025 da
voto
7.5
  • Band: WARMEN
  • Durata: 00:41:20
  • Disponibile dal: 15/08/2025
  • Etichetta:
  • Reaper Entertainment

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Puntuale come una grigliata di Ferragosto, a due anni esatti di distanza dal precedente “Here For None” tornano i redivivi Warmen con il loro settimo capitolo in assoluto e secondo dai tempi del reboot, quando sono passati da semplice progetto solista (perlopiù strumentale) di Janne Wirman ad una vera e propria band con l’innesto del cantante degli Ensiferum Petri Lindroos, candidandosi di fatto a raccogliere ufficialmente l’eredità dei compianti Children Of Bodom; un’impressione confermata peraltro dal fatto che nei live preferiscono suonare pezzi dei CoB piuttosto che brani del vecchio repertorio a firma Warmen.
La presenza di Janne, già tastierista della band di Espoo fin dai tempi dell’esordio “Something Wild”, certamente nobilita il senso dell’operazione, ma l’impressione di trovarsi di fronte ad una tribute band era già presente nel precedente disco e si conferma a tratti anche in “Band Of Brothers”, nonostante il chitarrista Antii Wirman (fratello del già citato Janne) si dichiari prima di tutto un fan degli Slayer.

Comunque la si pensi sulla scelta del moniker, bisogna riconoscere che la nuova versione dei Warmen sa il fatto suo, e in quest’occasione si dimostra ancora più affilata rispetto al pur valido predecessore: il fatto di aver coinvolto Petri nel processo compositivo fin dall’inizio (là dove nel precedente aveva dovuto cantare delle parti vocali non sempre pensate per lui) ha certamente aiutato a rendere il disco più compatto, e per quanto alcuni passaggi siano un po’ troppo auto-citazionisti è sempre un piacere risentire i caratteristici fraseggi tra chitarre e tastiera, così come le ritmiche forsennate e i cori possenti tipici della produzione bodomiana di metà carriera che animano il dischetto fin dalla title-track posta in apertura.
Per quanto le tastiere siano, giustamente, al centro del villaggio, è da sottolineare anche l’operato di Antii e dello stesso Petri alla sei corde, capaci di replicare l’impatto del più famoso Wildchild finnico nella contaminazione tra ritmiche melo-death, power e thrash con assoli neoclassici e un piglio moderno che rende il tutto più attuale.
Pagata la canonica libra di carne allo spirito di Alexi Laiho, è apprezzabile anche la volontà della band di spingersi oltre con qualche passaggio più atmosferico (“When Doves Cry Blood”) o progressivo (“Out For Blood”), pur privilegiando sempre il tiro dei pezzi.

Nel complesso l’unione di tutti gli elementi – aggressività ritmica e vocale senza il ricorso al cantato pulito; partiture chitarristiche tecniche ma senza eccedere in onanismi; melodie di tastiera ficcanti nel ruolo di co-protagonista – funziona piuttosto bene, così come anche la scelta della cover (“The Kiss Of Judas” dei connazionali Stratovarius) risulta azzeccata, in una versione riconoscibile rispetto all’originale ma al tempo stesso resa in modo sufficientemente personale.
Parlare di uno ‘stile Warmen’ sarebbe eccessivo, ma lasciando da parte il primo inarrivabile poker di album del Reaper (quelli con le copertine rosso-verde-blu), i Warmen di oggi se la giocano con i Bodom dal 2013 in poi e con gli Omnium Gatherum più ispirati, confermando come la terra dei mille laghi sia sempre terra d’elezione per un certo tipo di melodic death.

TRACKLIST

  1. Band Of Brothers
  2. One More Year
  3. Nine Lives
  4. When Doves Cry Blood
  5. Out For Blood
  6. Kingdom Of Rust
  7. March Or Die
  8. Untouched
  9. Coup De Grâce
  10. Dethroned
  11. The Kiss Of Judas
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