
7.5
- Band: WARREL DANE
- Durata: 00:45:53
- Disponibile dal: 02/05/2008
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Warrel Dane è un cantante che, soprattutto in Italia, non ha certo bisogno di presentazioni. Già frontman dei Sanctuary e ora degli amatissimi Nevermore, Dane è diventato nel corso degli anni una vera e propria icona della scena metal mondiale. Merito esclusivamente della sua inconfondibile voce, così personale e dotata da essere considerata da molti la vera marcia in più sia della proposta dei Sanctuary che di quella dei Nevermore. In tutti questi anni di tour e recording session con le sue band principali non c’era mai stato il tempo per un album solista, ma, vista la pausa presasi dai Nevermore quest’anno, Dane ha finalmente deciso di compiere il grande salto, cimentandosi in quel genere di opere che, ad esempio, tanto hanno valorizzato la carriera di un Bruce Dickinson. A fargli da braccio destro in questa avventura, il Nostro ha chiamato Peter Wichers, ex chitarrista dei Soilwork, turnista per i Killswitch Engage e ora songwriter e produttore in ascesa. Con lui Dane ha scritto la quasi totalità dei brani inclusi in questo “Praises To The War Machine”, rivolgendosi per il resto all’ex chitarrista degli Himsa Matt Wicklund… quest’ultimo artefice soprattutto della convincente “metallizzazione” del super classico dei Sisters Of Mercy “Lucretia My Reflection”. A completare la lineup da studio, il batterista Dirk Verbeuren, già al servizio di Scarve, Soilwork e mille altre formazioni. Tutti musicisti esperti e di caratura internazionale… qui chiamati però a sottrarsi a qualsiasi genere di tecnicismo o sfoggio di bravura, in favore di un approccio al songwriting e all’esecuzione assai più concreto e diretto. Chi si stava aspettando una sorta di appendice alla discografia dei Nevermore rimarrà infatti probabilmente un po’ spiazzato all’ascolto di “Praises…”: i brani non superano quasi mai i quattro minuti di durata, le strutture sono linearissime (spesso squisitamente rock) e al centro dell’attenzione vi sono sempre e comunque le linee vocali di Dane, protagonista di una delle performance più profonde della sua carriera. Una performance, quest’ultima, che viene più che adeguatamente supportata dal songwriting di Wichers, calato alla perfezione nella parte e autore di riff e melodie particolarmente efficaci e coinvolgenti, che con una disinvoltura inaspettata mischiano spunti cari a band diversissime fra loro come Soilwork (ovviamente), Metallica e Megadeth di metà carriera, Katatonia, Sentenced e Danzig. La tracklist propone quindi per lo più rocciosi midtempo che puntualmente lasciano spazio a sontuose melodie all’altezza dei chorus. Tuttavia, c’è spazio anche per un paio di tracce più cattive – “The Day The Rats Went To War” ed “Equilibrium” – e per alcune semi-ballad: “Let You Down”, “Brother” e “Your Chosen Misery”. Queste ultime si rivelano poi le uniche canzoni del lotto a ricordare i Nevermore con una certa decisione… in particolare tracce come “Cenotaph” o “Matricide”. Detto che non si rintraccia alcun vero calo di tensione all’interno del platter (anche la cover di “Patterns” di Paul Simon appare ben fatta), si può insomma definire “Praises To The War Machine” un lavoro pienamente riuscito. Niente di rivoluzionario o di davvero sensazionale, ma era da tempo che non si ascoltava un disco come questo… sì catchy, ma tutto fuorchè semplicistico.