7.5
- Band: WATCHMAKER
- Durata: 00:26:20
- Disponibile dal: 14/02/2006
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Self
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I Watchmaker continuano a cavalcare, disco dopo disco, l’onda di quell’entropia nella quale, ci dice la scienza, siamo tutti immersi senza scampo. Così, disco dopo disco, il suono della band di Brian Livoti sembra esasperare la propria inclinazione caotica, una tendenza al disordine che, concettualmente, diventa nichilismo su scala globale (il titolo “Erased From The Memory Of Man”, ma anche il precedente “Kill.Fucking.Everyone” sono i segnali superficiali di questa pulsione auto ed eterodistruttiva). “Erased From The Memory Of Man”, disco incorniciato da artwork prevalentemente nero laddove i precedenti erano prevalentemente bianchi, è, insomma, una fotografia lunga ventisei minuti del progressivo disgregarsi della materia; la messa a terra su CD di un processo che possiamo immaginare ininterrotto, esistente anche prima e dopo le sedici tracce del nuovo album dei Watchmaker. Decifrare se questa tensione al caos cosmico giovi al suono dei cinque di Boston è questione complessa. Da un lato, se il volume è quello giusto, un brano come “Conquering A Dead Placet” restituisce visioni di annullamento atomico praticamente tangibili; dall’altro, è innegabile che, fuor di metafora, i Watchmaker facciano sostanzialmente casino e che quindi la fruizione della proposta della band sia vincolata alla volontà dell’ascoltatore di attribuire un senso a quello che, comunque lo si prenda, casino rimane. Sta all’ascoltatore decidere se stare al gioco o no, certo, un giro è un’esperienza che consiglierei a chiunque si diletti di musica rumorosa, veloce e disordinata.