WAYFARER – A Romance With Violence

Pubblicato il 20/10/2020 da
voto
8.0
  • Band: WAYFARER
  • Durata: 00:44:58
  • Disponibile dal: 16/10/2020
  • Etichetta:
  • Profound Lore
  • Distributore: Audioglobe

Spotify:

Apple Music:

“World’s Blood”, due anni e mezzo fa, fu praticamente un fulmine a ciel sereno: una sorpresa di disco, a tutti gli effetti, accompagnato da una copertina epocale che ne aumentò l’appeal in modo considerevole, ma anche contenente un compendio di brani, evocativo, altamente atmosferico, peculiare, che proiettò gli americani Wayfarer in cima alle preferenze di molti extreme metaller alla ricerca di un nuovo suono e di una nuova presenza underground, sì, ma di altissimo livello. Da Denver, Colorado, con la loro epopea western da far piagare gli zoccoli ai bisonti e sanguinare i solchi polverosi della loro terra, i Wayfarer avevano colpito nel segno.
Non che, durante i primi anni di vita, la formazione yankee se ne fosse stata dimessa e inascoltata, autrice di due dischi assolutamente validi per Prosthetic Records, “Children Of The Iron Age” (2014) prima e “Old Souls” (2016) poi. Ma è con il terzo lavoro ed il passaggio su Profound Lore che il nome di Shane McCarthy e compagni è salito alla ribalta, poco ma sicuro. Era dunque più che lecito, giunti al cospetto della pubblicazione della loro nuova fatica, intitolata “A Romance With Violence”, essere sull’orlo della trepidazione ed avere svariati ettolitri di acquolina in bocca; e a dire il vero, fruito il disco per il primo paio di volte, l’idea del Top Album su queste pagine ci aveva sollazzato parecchio. Eppure no, alla fine abbiamo cambiato idea e optato per un mezzo voto in meno, in quanto, pur ripulito dalle alte aspettative da considerare e dall’effetto-sorpresa con cui ci colse “World’s Blood”, “A Romance With Violence” non riesce a coinvolgerci in modo uniforme, sistematico e prepotente. ‘Solo’ Hot Album dunque sia, e cerchiamo di spiegare il perchè descrivendo il nuovo lavoro.
Se “World’s Blood”, così come la sua immagine di copertina, era una fotografia d’epoca che rappresentava all’unisono una band, le sue atmosfere, il suo background, la sua origine, la sua storia e quelle dei suoi antenati attraverso partiture epiche e decadenti, profetiche e a tratti glaciali, così “A Romance With Violence” prende i connotati di una rappresentazione teatrale in stile vaudeville, una commedia in più atti (in origine di stampo satirico, ma qui di ben altro tenore) farcita di canzonette e motivi della tradizione popolare. E sebbene la ricetta di base dei Wayfarer, un black metal atmosferico e tenebroso, ghiacciato nelle parti veloci ma molto emozionale nei suoi tratti più rilassati e pacati, non sia cambiata di molto, l’impatto d’insieme che perviene all’ascoltatore è quello di un lavoro più maturo e studiato del precedente, si voglia anche prodotto e curato meglio, ma le cui intensità e qualità d’ispirazione si attestano su livelli inferiori. Attenzione, con ciò non vogliamo affermare che “A Romance With Violence” sia più debole del platter che l’ha preceduto, anzi, qui sopra, nel cerchiolino del giudizio, troverete un mezzo voto in più – sì, quello che probabilmente abbiamo trattenuto dal giudizio di “World’s Blood”; vogliamo meramente dire che i due dischi a grandi linee si equivalgono, pur con caratteristiche e connotati lievemente diversi, ed è veramente arduo scegliere fra loro chi sia il migliore. Potremmo difatti ribaltare i voti e non troveremmo decisive differenze, ecco.
La tracklist decolla alla grande, con l’introduzione al pianoforte/organetto di “The Curtain Pulls Back” (‘Si apre il sipario’) che ci spedisce direttamente nel periodo di massima espansione del teatro di vaudeville, trasportato però in terra americana, pregna e ricca di tragiche storie di pistoleri e cavalieri solitari. E’ proprio tale Cavaliere Cremisi che si erge protagonista di una cruda e sanguigna vicenda nella mega-suite iniziale composta da “The Crimson Rider (Gallows Frontier, Act I)” e “The Iron Horse (Gallows Frontier, Act II)”, le quali, ammettiamolo, reggono da sole i tre/quarti del disco, felicissime nel riverberare accuratamente e con imperiosa sagacia tutte le qualità entropiche dello stile Wayfarer. Segue poi la pregevole ballata d’intermezzo “Fire & Gold”, dove le influenze americana, country e ovviamente morriconiane vengono fuori tutte, trasposte in salsa dark e incupite; se ben rammentate “A Nation Of Immigrants”, chiosa acustica di “World’s Blood”, con questo episodio i Nostri creano un gran bell’epigone.
Da metà album in avanti, però, dopo aver toccato le narrate elevate vette di maestria, i Wayfarer entrano un attimo in riserva proponendo dapprima la lunga “Masquerade Of The Gunslingers”, una comunque soddisfacente traccia che non manca di mettere in risalto l’incredibile lavoro di Isaac Faulk alle pelli e ai piatti ma che frena di parecchio il nostro entusiasmo, e poi la seconda strumentale “Intermission”, come si evince dal titolo giusto un paio di minuti di interlocuzione musicale atti a prepararci al lungo ultimo chilometro finale titolato proprio “Vaudeville”: languida ed ondeggiante, si spiega in un enorme prima parte di oltre quattro minuti per poi aumentare l’andatura lentamente, in un evolversi di natura post-progressive e molto poco black metal, che ci lascia un po’ d’amaro in bocca per una chiusura che poteva essere davvero roboante ed apocalittica, non solo vicina ai classici stilemi del crescendo enfatico ed ipnotico del più comune post-metal.
Tocca togliersi il cappello (da cowboy, chiaramente) solo per mezza tesa, questa volta, davanti ai bravissimi Wayfarer, che oggi più che mai possono essere considerati come l’anello mancante, e comunque originale, che potrebbe unire gli islandesi Solstafir e gli irlandesi Primordial: i sapori, gli afrori, le emanazioni delle rispettive lande hanno tutti la stessa origine, un’attitudine underground e di rilettura storica e personale del black metal che, per forza di cose, ammanta in ogni poro la loro musica e, di conseguenza, la loro validità come cantori d’assoluto valore.

 

TRACKLIST

  1. The Curtain Pulls Back
  2. The Crimson Rider (Gallows Frontier, Act I)
  3. The Iron Horse (Gallows Frontier, Act II)
  4. Fire & Gold
  5. Masquerade Of The Gunslingers
  6. Intermission
  7. Vaudeville
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.