WAYFARER – World’s Blood

Pubblicato il 29/05/2018 da
voto
7.5
  • Band: WAYFARER
  • Durata: 00:44:44
  • Disponibile dal: 25/05/2018
  • Etichetta:
  • Profound Lore
  • Distributore: Audioglobe

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Cambiamenti non del tutto radicali, ma anche non poco sottili, in casa Wayfarer, from Denver, Colorado: l’abbandono del chitarrista e membro fondatore Tanner Rezabek, il passaggio dalla Prosthetic Records alla Profound Lore, le parti vocali assegnate in esclusiva al bassista James Hansen ed, infine, una svolta cospicua nel sound di questo gruppo, adesso davvero interessantissimo, rischiano di giocare completamente a favore dell’apprezzamento su vasta scala – sempre underground però, sia chiaro – nel panorama post-black metal mondiale. La formazione ora guidata dal chitarrista Shane McCarthy e dal sopraffino drummer Isaac Faulk (Blood Incantation), dopo due lavori comunque validi pubblicati rispettivamente nel 2014 (“Children Of The Iron Age”) e nel 2016 (“Old Souls”), si migliora abbondantemente in questo terzo “World’s Blood” lasciando nell’armadio del passato il piuttosto classico approccio pagan-black e abbracciando pienamente le influenze post- che, sotto sotto, già albergavano e premevano per uscire allo scoperto. Semplice unire questa scelta, quasi certamente dipendente dalla dipartita di Rezabek, ad un aumento esponenziale dell’afflato atmosferico emanato dalla musica dei Wayfarer, che mai come oggi si compenetrano in profondità nei solchi sanguinosi e particolari della loro terra natia, il Colorado appunto, uno Stato USA davvero peculiare e carico di suggestioni e spunti naturalistici e storici, perfettamente sposantisi con l’approccio compositivo dei Nostri: le vaste pianure della sua parte orientale, le Montagne Rocciose e i picchi innevati nella metà occidentale, il massacro di Sand Creek, i cercatori d’oro e le miniere del Pikes Peak; tutti elementi e rimandi che vengono magicamente innestati dai Wayfarer nel loro nuovo stile, oggi una sorta di atmospheric Far West post-black metal che risulta piuttosto unico, così a memoria. Un minutaggio ed una tracklist più contenuti rispetto ai precedenti dischi aiutano oltremodo ad apprezzare ancora di più “World’s Blood”, segnato in primis dalla prestazione-monstre di Faulk ai tamburi, mai sopra le righe ma sempre trascinante ed in grado di fornire risorse inesauribili di fill, ritmiche tribali e giochi di piatti realmente segnanti le partiture. La nuova voce di Hansen, poi, si va a miscelare, fluida, lontana e disperata, al resto della strumentazione, anch’essa meglio valorizzata in un ruolo meno protagonista e più collettivo, da classico strumento aggiunto, in modo da cementare meglio l’atmosfera plumbea ed antica del Wayfarer-style. Infine il riffing: già assolutamente valido prima, McCarthy ed il nuovo entrato Joey Truscelli hanno semplicemente reso più fantasioso e carico di ondeggiamenti il songwriting in seno al gruppo, che ora vive di esplosioni feroci e lancinanti, crescendo epici e dal reale sapore western, implosioni tristerrime e dolorose, per un mood globale che attualmente ci ricorda solo in parte i Solstafir e le colonne sonore dei film dello spaghetti-western; del resto, è sufficiente una rapida scorta alla copertina di “World’s Blood”, veramente magnifica, per immaginarsi benissimo come possa suonare il contenuto musicale del prodotto in questione. L’apertura del disco e la sua chiusura sono affidate a due canzoni brevi, duranti attorno ai cinque minuti: l’opener “Animal Crown” esordisce con un incedere da cavalcata western (suonato da chitarre e batteria, non campionato!) molto cinematografico, per poi condensare in poco tempo ciò che andremo a sentire, in maniera più dilatata e approfondita, nelle lunghe tracce seguenti, fra le quali “The Dreaming Plain” e la spettacolare suite “On Horseback They Carried Thunder” si guadagnano le maggiori e più sperticate lodi: le sezioni pacate e i lunghi divagare acustici sono cupi e drammatici, a tratti solenni, mentre quando la band alza tiro, ferocia e velocità, il tutto diventa più freddo e glaciale, eppur vivo e non mortifero, come potrebbe suonare un album di una band scandinava: qui la terra pulsa di rabbia, il sangue versato la impregna e gli zoccoli di cavalli e bisonti ne rizollano il dolore e le tragedie vissuti. Chiude, come scrivevamo, la tutta-tranquilla “A Nation Of Immigrants”, una ballata crepuscolare ed evocativa di una maturità ed intensità impressionanti. Davvero un ottimo lavoro, dunque, questo nuovo platter dei Wayfarer, al quale avremmo potuto dare anche mezzo voto in più. Allo stesso modo, però, crediamo che “World’s Blood” rappresenti un nuovo punto di partenza per la band, per cui aspettiamo fin da ora con ansia il successore, probabilmente già capolavoro annunciato.

TRACKLIST

  1. Animal Crown
  2. On Horseback They Carried Thunder
  3. The Crows Ahead Cry War
  4. The Dreaming Plain
  5. A Nation Of Immigrants
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