7.5
- Band: WEATHER SYSTEMS
- Durata: 00:56:31
- Disponibile dal: 27/09/2024
- Etichetta:
- Music Theories Recordings
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Sono passati appena un paio di mesi da quando, parlando del nuovo EP di Vincent Cavanagh, pubblicato come The Radicant, ci interrogavamo sulle attività dei Weather Systems, la nuova creatura di suo fratello Danny, che restava silente tra una raccolta fondi e la pubblicazione di sporadiche cover su Soundcloud. Pochi giorni, dopo, invece, abbiamo ricevuto la notizia dell’arrivo di “Ocean Without A Shore”, che concretizza gli sforzi del chitarrista in un debutto in piena continuità con quanto fatto dagli Anathema.
Se, infatti, Vincent sembra aver cambiato completamente pelle, dedicandosi all’elettronica e all’ambient, Daniel ha scelto la strada diametralmente opposta, prendendo di fatto gran parte del materiale che sarebbe dovuto diventare il nuovo album degli Anathema, e trasformandolo nel primo capitolo dei Weather Systems. D’altra parte, la volontà di raccogliere l’eredità del suo gruppo precedente è da subito evidente, dal monicker, dalla copertina con quell’effetto ‘fisheye’, passando per titoli come “Untouchable Part 3” o “Are You There? Part 2”, che rimandano direttamente ad altri episodi della discografia della band.
Daniel, da ottimo polistrumentista, si occupa di tutti degli strumenti, con il solo supporto di Daniel Cardoso alla batteria e un piccolo gruppo di ospiti per alcune linee vocali. Nonostante questo, il sound di “Ocean Without A Shore” è Anathema al 100%, cosa che rende ancora più evidente quanto fosse centrale la figura di Daniel all’interno dell’economia della band.
La qualità delle composizioni è generalmente molto buona, con qualche piccola caduta di tono, riscontrabile soprattutto in alcuni passaggi un po’ ridondanti, come ad esempio “Still Lake”, giocata interamente su un loop di pianoforte, ma anche tanti notevoli picchi.
Tra i secondi, citiamo volentieri “Untouchable Part 3”, delicata e malinconica, con quella sua apertura orchestrale sul finale; “Take Me With You”, un pezzo delicato che sembra tanto una dichiarazione d’amore quanto una richiesta di perdono; e anche la title-track, impostata tutta sul vocoder, che ci riporta alla mente la meraviglia di “Closer”.
Elegante e riuscita anche la rilettura di “Are You There? Part 2”, che recupera l’eleganza dell’originale, con arrangiamento però più ricco che la rende molto diversa dall’essenzialità a cui eravamo abituati. Particolarissima, infine, “The Space Between Us”, le cui sonorità ci hanno ricordato “In Your Eyes” di Peter Gabriel, con quei cori ad un passo dalla world music. C’è, va detto, anche qualche riempitivo di troppo, come “Ghost In The Machine”, oppure la stessa “Do Angels Sing Like Rain?”, scelta come primo singolo e che, a parere di chi scrive, risulta essere uno degli episodi più deboli dell’album.
Tirando le somme, quindi, “Ocean Without A Shore” sarebbe stato un onestissimo successore di “The Optimist”, con tutti i pregi e i difetti di ciò che erano diventati gli Anathema degli ultimi dieci-quindici anni. Il tutto funziona molto bene anche in questa versione solista, grazie all’innegabile capacità di scrittura di Daniel e alla scelta oculata di alcuni collaboratori (vedi ad esempio Soraia, dotata di una voce e di un timbro veramente molto simili a quelli di Lee Douglas). La mancanza che sentiamo di più, va detto, è la voce di Vincent, che continuiamo a preferire a quella, pur piacevole, di suo fratello.
Siamo curiosi, a questo punto, di ascoltare cosa succederà a partire dal prossimo album, quando Daniel non potrà più contare sul materiale già scritto con i suoi excompagni. Continuerà su questa strada, diventando di fatto il vero erede della musica degli Anathema? O, come suo fratello, cercherà una strada diversa, magari mai battuta con la sua vecchia band?
Una cosa è certa, un mondo senza gli Anathema, è un mondo decisamente più grigio e ritrovare Daniel Cavanagh oggi, dopo tutte le voci circolate intorno alla sua salute fisica e mentale, è qualcosa che ci dà un po’ di speranza. Se è vero che la musica è una cura universale, ci auguriamo che questo ritorno per lui possa essere una fonte di rinascita, così come le sue canzoni lo sono state per noi, nei momenti di sconforto.