7.0
- Band: WEDNESDAY 13
- Durata: 00:39:15
- Disponibile dal: 07/10/2022
- Etichetta:
- Napalm Records
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Dolcetto o scherzetto? Con qualche settimana di anticipo rispetto ad Halloween torna Wednesday 13, che dopo un periodo di appannamento a metà carriera sembra aver ritrovato il bandolo della matassa, pur camminando avanti senza particolari scatti, proprio come i non morti. Il cambio di etichetta (dalla Nuclear Blast alla Napalm) e l’assenza di ospiti (presenti in forze sul precedente “Necrophaze”) sono le prime novità che saltano all’occhio, mentre per il resto “Horrifier” pesca a piene mani dalla discografia del fondatore dei Frankenstein Drag Queens From Planet 13 e, come tradizione, dall’iconografia horror. Dopo la breve intro “Severed”, ad aprire le danze è il riff strisciante di “Insides Out”, pezzo catacombale perfetto per entrare nella casa degli orrori della copertina, giro che prosegue bene con le atmosfere più industrial di “Exhume and Devour”. L’anima horror-punk dell’ex Murderdolls trova spazio con “Good Day to Be a Bad Guy”, decisamente più frizzante del primo singolo “You’re So Hideous”, mentre visto il ritorno di fiamma per Michael Myers non poteva mancare l’omaggio al maestro John Carpenter con “Return to Haddonfield”, perfetta per prepararci alla conclusione della nuova trilogia. Se fin qui è filato tutto liscio, qualche intoppo si avverte nella seconda metà: la title-track ad esempio ha sì un bel tiro per scatenare un po’ di mosh sotto palco, ma in cuffia sembra un po’ tirata per le lunghe nei suoi quasi cinque minuti, così come il southern horror blues di “Hell Is Coming” è interessante come variazione sul tema, ma rappresenta forse il canonico passo più lungo della gamba. Finale comunque in crescendo con il sentore anni ’80 di “Halfway to The Grave” e la rombante “Christine: Fury In The Night” (un’altra tacca sulla cintura di Carpenter, in questo caso per il film su commissione tratto dall’omonimo libro di King). Menzione a parte per la conclusiva “The Other Side”: non la canonica ballad, ma un ben più rumoroso ed altrettanto emozionante saluto a chi ci ha lasciato troppo presto, a partire dal compianto Joey Jordison. Complessivamente quindi il buon Joseph Pool dimostra di essere più vivo che mai: “Transylvania 92010” e “Fang Bang” restano lontani, ma chi ha apprezzato gli ultimi due lavori verosimilmente non avrà difficoltà ad entrare in sintonia anche con “Horrifier”.