8.0
- Band: WEDNESDAY 13
- Durata: 00:43:20
- Disponibile dal: 25/04/2025
- Etichetta:
- Napalm Records
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Assurto agli onori delle cronache ai tempi del debuttto dei Murderdolls – progetto parallelo del compianto batterista degli Slipknot Joey Jordison, in quella veste impegnato come chitarrista – l’ex frontman dei Frankestein Drag Queens From Planet 13, al secolo Joseph Pool, aveva prontamente colto l’occasione per lanciare la sua carriera solista a nome Wednesday 13 con un tris d’assi (“Transylvania 92010”, “Fang Bang” e “Skeletons”) in un perfetto mix di hard rock, glam e horror punk sulla scia dei maestri del genere, da Alice Cooper ai Misfits.
Purtroppo il trittico seguente, così come il tardivo sequel con i Murderdolls, aveva fatto segnare un brusco calo qualitativo – con l’apice negativo toccato dallo spompatissimo “The Dixie Dead” – salvo poi riprendersi parzialmente con l’ultimo terzetto di lavori in studio, tornati su livelli discreti pur senza raggiungere la freschezza degli esordi.
Ebbene, possiamo dire che, contro ogni aspettativa, la crisi di mezza età e la doppia cifra discografica sembrano viceversa aver portato bene al buon Mercoledì 13, che con “Mid Death Crisis” sforna quello che probabilmente è il suo lavoro migliore da diciannove anni a questa parte, idealmente chiudendo il cerchio con le atmosfere horror glam di “Fang Bang” ma aggiungendo in dote l’esperienza maturata negli ultimi vent’anni.
Il cantato caratteristico di Mr. Poole resta immediatamente riconoscibile, ma tutta la band gira spedita come una giostra al luna park: “Rotting Away”, “No Apologies” (con Taime Downe dei Faster Pussycat) e “Xanastasy” filano via tra una schitarrata e l’altra con il piglio delle gite più datate (da “God Is A Lie” a “Morgue Than Words”), rievocando alla perfezione gli anni d’oro dell’hair metal e delle maschere horror.
Una festa non sarebbe tale senza un anthem da ballare, e da questo punto di vista “Decapitation” è perfetta per rievocare i fasti della ‘Fuck Cam’ (l’equivalente della ‘Kiss Cam’, ma con al posto delle labbra un dito medio, utilizzata in alcuni vecchi show durante l’esecuzione di “I Love To Say Fuck”), così come i quattro accordi punk di “Blood Storm” (con gli immancabili “oh-oh” ai controcori) e la tiratissima “Sick And Violent” sono perfetti per far pogare gli zombie in un’ideale riedizione del video di “Thriller”, dando al contempo prova delle capacità del nuovo arrivato Mike Dupke (già batterista degli W.A.S.P.) dietro alle pelli.
Mano della famiglia Addams alzerebbe il pollice di fronte a “In Misery” (la nuova “From Here To The Hearse”), e anche i midtempo (“When the Devil Commands”, “I Hurt You”, “My Funeral”) sanno far muovere il piedino grazie a giri armonici e assoli ficcanti dei due chitarristi Roman Surman e Jack Tankersley, alla loro miglior prova in quindici anni di servizio.
Come le migliori saghe horror insegnano, il capitolo del rilancio riparte dalle origini tralasciando quanto occorso nel mezzo, con il giusto mix nostalgia e freschezza: se questo è l’effetto della la crisi di mezz’età, non ci resta che augurare a Mr. Pool di compiere cinquant’anni da qui all’eternità.