6.5
- Band: WHEEL
- Durata: 00:53:35
- Disponibile dal: //2010
- Etichetta:
- Eyes Like Snow
Non potevano che arrivare dalla Germania gli Wheel, band di epic doom metal ultra ortodossa che trova i propri punti di riferimento in eroi quali Candlemass e Reverend Bizarre. Quello che ci apprestiamo a recensire rappresenta l’esordio del quartetto di Dortmund e mette in mostra cose decisamente buone alternate ad altre poco riuscite. Nel loro songwriting i Wheel non innescano nessuna novità rispetto ai canoni classici del genere, denotando anzi un’aderenza alle proprie influenze decisamente forte. Ciò che ai nostri riesce meglio è senza ombra di dubbio la creazione di partiture epicheggianti, proposte con estrema sapienza nonostante una produzione molto minimale rischi di mandare a monte il tutto. Le note suonate sono poche ma messe al posto giusto, la tensione che scaturisce dagli otto brani contenuti in “Wheel” farà la gioia di tutti coloro che amano il doom meno estremo ed esasperato, insieme a qualche passaggio chitarristico memore della lezione della NWOBHM. Certo, un minimo di varietà in più avrebbe decisamente giovato alla longevità dell’album; inoltre il singer Arkadius Kurek spesso e volentieri insiste su ottave troppo alte, sfoderando un lirismo spesso parossistico e a tratti non convincente. L’episodio migliore del lavoro è senza dubbio l’ottima “Eyes Of The Hydra”, che è l’unico brano che entusiasma dall’inizio alla fine: l’incedere è inizialmente delicato e via via che si avanza diventa triste e melanconico, fino ad arrivare ad una maestosità e ad un titanismo lontanissimi dalle pacchianate sinfoniche. Discreti anche brani quali l’iniziale “The Mills Of God”, “Lilith” e la conclusiva “Entrance Into White Light”, contraddistinti da un doom epicheggiante e dai toni mai troppo violenti. Sufficienti gli altri brani, con l’eccezione del pessimo filler “Only God Knows”. Gli amanti del doom più tradizionale troveranno in questo lavoro pane per i loro denti, sebbene sia lontano anni luce dai capolavori del genere. A noi non rimane che annotare il nome dei Wheel sul taccuino, certi che in futuro e con un po’ di esperienza in più, potranno dire certamente la loro sulla scena.