7.5
- Band: WHISKEY RITUAL
- Durata: 00:41:02
- Disponibile dal: 27/11/2015
- Etichetta:
- Art Of Propaganda
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Probabilmente da qualche parte, in un universo parallelo dove droga, alcool e puttane sono il naturale modus vivendi quotidiano di ogni essere umano (chi ha detto Milano nel weekend?), si sono incontrati GG Allin, Fenriz e Hunter Thompson per registrare un album. Il risultato? Non ci sono dubbi: “Blow With The Devil” dei Whiskey Ritual. Giunta al terzo album in cinque anni, la band parmigiana non pare intenzionata a mollare il colpo di un assalto sonoro che è, appunto, il naturale tratto di unione tra il punk più grezzo e il black metal più tirato, riuscendo a estrarre dal cilindro perle di notevole brutalità. Non c’è soluzione di continuità dalle prime note dell’opener e title track fino al termine di “Tank Of Intollerance”: dieci compendi di ignoranza programmatica e suonati perfettamente, i cui temi lirici, e mai usare questo aggettivo fu più prossimo all’assurdità, sono al di là di qualunque termine di correttezza socio-politica: titoli come “Satanik Commando” o “A.B.I.T.C.H.” la dicono lunga sulle coordinate in cui vi troverete immersi (merda ed eccessi), oppure “Henry Rollins”, ove non pare proprio emergere stima per una scelta di vita straight-edge. Inutile girarci intorno, i Whiskey Ritual sono cinque bastardi a cui interessa bere, scopare, sniffare e fare cori da stadio, sicuramente in attesa di fare a botte con i tifosi avversari; il terzo brano,“Too Drunk For Love”, perfetta sintesi della loro marcissima poetica, si chiude coerentemente sulle note di “You’ll Never Walk Alone” registrato dalla curva del Liverpool, che per chiunque mastichi di calcio è l’inno assoluto di una working class apparentemente nichilista, ma che nel branco domenicale trova valori condivisi. Che poi siano quelli elencati poco sopra, poco importa: i ragazzi scrivono veri manifesti di black ’n’ roll, sguaiati ma dalla resa ammirevole, in cui non c’è un riff fuori posto, il basso pulsa qua e là con mestiere e dietro le pelli un fabbro detta i tempi sull’incudine senza sbagliare un colpo. Risulta quasi superfluo citare altri brani: godeteveli dall’inizio alla fine, divertitevi a cogliere citazioni del peggiore (e quindi migliore!) ciarpame uscito dal ’77 e gli azzeccati campionamenti cinematografi presenti. Se cercate classe e testi basati su Milton, girate alla larga; chi vi scrive, personalmente, si scola una birra e brinda a loro e all’ottima annata dei Reds.