WHITE SKULL – Tales From The North

Pubblicato il 11/11/2022 da
voto
8.5
  • Band: WHITE SKULL
  • Durata: 00:56:07
  • Disponibile dal: 25/02/1999
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast

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Ci sono ricordi indelebili che nel cuore di ogni metallaro che si rispetti vengono legati a determinati periodi della propria vita proprio tramite la penna della musica, ed è inevitabile che l’esplosione del power metal negli anni Novanta abbia influenzato molti dei lettori di Metalitalia.com, come anche chi è arrivato solo dopo a scoprire questa musica. Abbiamo già avuto modo di dirlo parecchie volte su queste pagine, il cosiddetto periodo d’oro del power metal, che a metà anni Novanta investì tutta l’Europa, portò l’Italia a ritagliarsi una grossa fetta di quel successo, grazie principalmente ai Rhapsody, ma anche con band che riuscirono in questa deflagrazione a consolidare le proprie posizioni, anche se magari non fecero il botto clamoroso della band di Staropoli, Turilli e Lione. Fra questo meraviglioso sottobosco, che oggi andrebbe riscoperto e insegnato alle giovani generazioni, non possiamo non annoverare i mitici White Skull, che grazie a “Tales From The North” si guadagnarono finalmente il posto che meritavano nel Valhalla dell’heavy metal. Basterebbe semplicemente dire che su questo disco ci sono la title-track e soprattutto “Asgard”, ma sarebbe fare uno sgarbo assolutamente grave al lavoro di quella valchiria che risponde al nome di Federica “Sister” De Boni, a quel fabbro di riff chiamato Tony Fontò e a chi diede a tutto questo il ritmo cadenzato della marcia eterna, cioè Alex Mantiero. “Tales From The North” consolidò la forza del quintetto vicentino anche grazie all’amicizia ormai stabilita con i Grave Digger, che si tradusse nella presenza di Chris Boltendahl nella title-track, nello stacco acustico di “Gods Of The Sea” e su “Here We Are”, ma soprattutto grazie alla capacità di aver scritto uno dei dischi più belli e coinvolgenti dell’anno 1999. Un vero e proprio manifesto del metallo made in Italy, che prese tutto ciò che c’era di buono e bello nell’epic metal e lo fuse brillantemente con il meglio del power metal internazionale sfruttando un concept, quello dei vichinghi e delle leggende nordiche, che non era ancora così tanto inflazionato (i Grave Digger avrebbero composto qualche anno dopo un disco, non bello come questo, proprio su queste tematiche). Non è un caso che moltissimi pezzi di questo album vengano ancora oggi riproposti dalla band dal vivo, perché la tensione drammatica tra virtuosismo e lirica tipica del nostro power metal è onnipresente soprattutto in canzoni solenni come “Kriemhild Story” e la successiva “The Killing Queen”, dedicate alla tragica storia di Crimilde nel ciclo nibelunghiano. Nick Savio era qui in uno stato di grazia pazzesco, che lo portò a scrivere degli assoli semplicemente spettacolari, come quello su “Fighting And Feasting”, e a lanciarsi in cavalcate virtuosistiche ma assolutamente convincenti per tutti i cinquantasei minuti del disco. Anche la tastiera magistralmente suonata da Luigi Stefanini, pur non essendo uno degli strumenti principali su cui i White Skull si basarono per scrivere “Tales…”, ottiene nei pezzi un ruolo tutto suo di abbellimento che non stona, come una decorazione ben fatta sopra ad una struttura già sapientemente costruita, ad esempio in “Horant”, dove il suo contrappunto al ritornello è di tutto rispetto. Persino quando venne il momento di affrontare uno dei pezzi più spigolosi per un album di quegli anni, grazie anche a Federica che è tutt’oggi in grado di passare dalla voce di una guerriera pronta a fare a pezzi i nemici a quella di un cuore infranto che racconta una storia tragica, la ballad “The Terrible Slaughter” ha tutto il senso possibile di esistere all’interno di questo racconto. Ma la fine della storia, con l’incalzante “Here We Are”, non fu che un nuovo inizio per la band, come dimostrato anche nell’outro, che non a caso si intitola “Still Alive”. Il disco della consacrazione di uno dei più longevi gruppi italiani merita oggi di sedere nel Valhalla dei Bellissimi: fa quasi sorridere rileggere l’intervista che fece il nostro Luca Filisetti a Tony nel 2006, dove si escludeva un rientro di Federica in line-up dopo il suo abbandono del mondo musicale; per fortuna il Teschio Bianco è ancora fra noi in tutta la sua magnificenza, e finché ci saranno concerti noi saremo sotto al palco per supportare Federica, Tony e Alex cantando “Asgard protects the warriors, Asgard shelter of Gods”.

TRACKLIST

  1. The Quest (Intro)
  2. Tales From The North
  3. Asgard
  4. Gods Of The Sea
  5. Viking's Tomb
  6. Kriemhild Story
  7. The Killing Queen
  8. The Terrible Slaughter
  9. Horant
  10. Fighting And Feasting
  11. Here We Are
  12. Still Alive (Outro)
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