7.5
- Band: WHITECHAPEL
- Durata: 00:39:00
- Disponibile dal: 25/04/2014
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo che gli ultimi due album dei Whitechapel avevano spinto più sul versante groovy e meshugghiano della loro proposta, il quinto lavoro del sestetto di Knoxville si manifesta come un disco più improntato su soluzioni caustiche, fatto di brani più aggressivi, ritmati e variegati, in cui far risaltare meglio la propria preparazione tecnica e l’ormai ampio bagaglio di influenze. Certo, ci sono i brani più cadenzati e dall’impronta decisamente “cyber”, come il primo singolo “The Saw Is The Law”, a ricordarci che i Nostri sono sempre innamorati dal gruppo di Fredrik Thordendal, ma, a farla da padrone questa volta sono prevalentemente tracce movimentate, dove il gruppo statunitense mescola diversi registri riuscendo a trovare un buon compromesso fra trame estreme, spunti più “alla moda” (sentire gli influssi slipknotiani di “Mono”) e interessanti strati di atmosfera, nei quali le tre chitarre finalmente danno prova di saper coesistere senza replicarsi a vicenda. Sin dall’intro “Rise” – uno dei più suggestivi ascoltati ultimamente – si ha l’impressione di trovarsi al cospetto di un disco di una formazione matura, ormai da tempo affrancatasi dal calderone death-core e da certi coetanei tanto fumo e poca sostanza; una band giovane, legata ad un concetto di metal sì moderno, ma sempre e comunque strutturato in maniera sapiente, con veri riff, arie dal calore avvolgente e poche concessioni a breakdown o ad altre facilonerie tanto vuote quanto ormai obsolete. La title track è senza dubbio il manifesto dei “nuovi” Whitechapel: assolutamente heavy, ma veloce, diretta e vivace, con fuggevoli tocchi melodici a renderla anche vagamente epica. Ideale ponte fra le ultime produzioni e l’ormai datato “This Is Exile”, “Our Endless War” ci porta brani elastici e divertenti, ma che qua e là sono anche anche capaci di toccarci le corde dell’anima. E poco importa se alcuni momenti del disco appaiono un filo ripetitivi, perché in definitiva l’obiettivo che i Whitechapel si erano posti è stato raggiunto: questo è il loro album più completo.