5.5
- Band: WHITECHAPEL
- Durata: 00:17:59
- Disponibile dal: 08/11/2011
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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“Recorrupted” è il solito EP senza troppe pretese che di tanto in tanto una band rilascia per non rimanere troppo a lungo lontano dal mercato. I Whitechapel sono alle prese con la promozione dell’ultimo full-length “A New Era Of Corruption” da ormai un anno e mezzo, ma evidentemente vi è richiesta da parte di etichetta e fan di qualcosa di nuovo. Ecco dunque che, in un battibaleno, il gruppo statunitense si ritrova a mettere insieme il più classico dei minestroni: un inedito, una cover, un paio di remix e un esperimento in chiave acustica. Solitamente, in casi come questo, si finisce con l’essere molto severi con gli autori, perchè il tutto sa di approssimazione e appare come il più squallido tentativo per spillare qualche lira ai supporter. “Recorrupted” tutto sommato non è un’eccezione, anche se ci pare il caso di fare dei distinguo: il brano inedito, “Section 8”, risulta infatti convincente nel suo avvicinarsi a coordinate death-thrash, mettendo un po’ in secondo piano la solita ignoranza death-core. Che i nostri siano influenzati dai Meshuggah non è più una novità da qualche tempo, ma in questa nuova traccia si sentono anche altre soluzioni di stampo europeo, che qua e là rimandano ad Aborted e Darkane. Si fa insomma largo l’impressione che il gruppo stia continuando nella sua ricerca di un sound più snello e variegato, che lo pone a una netta distanza da quelle realtà death-core di oggi che pensano solo ai breakdown. Simpatica, poi, la cover di “Strength Beyond Strength” dei Pantera: uno degli episodi più brutali dei texani viene qui riletto con grande fedeltà, ma con una produzione maggiormente moderna si rivela ancor più schiacciasassi. Per puri appassionati, invece, i remix di “Breeding Violence” e “This Is Exile” – su cui soprassediamo non essendo degli esperti in materia – e la versione acustica di “End Of Flesh”, onestamente senza infamia e senza lode. In definitiva, una ventina di minuti di nuova musica che scorrono con qualche sussulto, ma che nel complesso potevano essere tranquillamente evitati. Alla luce della buona qualità dell’inedito, resta però la curiosità di ascoltare gli sviluppi futuri.