7.5
- Band: WHOREDOM RIFE
- Durata: 00:50:00
- Disponibile dal: 30/11/2018
- Etichetta:
- Terratur Possessions
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È come da titolo l’evocazione di uno stormo di corvi (“Summoning The Ravens”) ad aprire il ritorno di questa band norvegese, che pur affacciatasi sulle scene da pochissimo tempo (un EP e un album all’attivo, prima di questo) sa mettersi decisamente in bella mostra. Nella proposta dei Whoredom Rife convivono efficacemente due anime musicali distinte ma ben amalgamate, che guardano senza nostalgia al glorioso passato black scandinavo; il citato brano di apertura o tracce come “Hyllest” puntano principalmente sulla restituzione di un’atmosfera malata, soffocante ma non priva di una suadente atmosfera, che può portare alla mente in primis il versante svedese della musica di Satana per eccellenza (i primi Marduk, o i Watain), tra sfuriate tempestose, riff zanzarosi e un cantato sguaiato e crudele. Dall’altra parte è invece pura Norvegia, quella che trasuda dalle tracce; troviamo momenti dove il lato meno spinto, non tanto in termini di velocità, quanto di violenza pura, si sposa con una maggior estremismo vocale, appena appena prima del confine della pura invocazione satanica: citiamo “Verdi Oeydest”, “Crown Of Deceit”, ideale punto di snodo tra i due versanti espressivi della band nella costruzione di un brano ossessivo, squarciato dal cantato semi atono, o la malinconica “Where The Shadows Dwell”, non priva di un conturbante gusto folk negli arpeggi. Brani che rimandano per certi versi all’esperienza di alcuni loro celebri concittadini; i redivivi Mare, oppure i Taake, sebbene rispetto alle ultime prive di questi ultimi il duo di Trondheim sappia esprimere decisamente più personalità e intransigenza, ma anche ai sempiterni Darkthrone: “New Hate Dawns” prende le sue radici strazianti e disumane dai solchi di “Transilvanian Hunger”, togliendo a tratti il respiro. Sono davvero Inni all’Odio (e qui ci riallacciamo al titolo dell’album) declinati senza pietà, i brani qui presenti; e la scena Nidrosian trova l’ennesima buona conferma del suo stato di forma e dell’intransigenza dei suoi esponenti.