7.5
- Band: WHOREDOM RIFE
- Durata: 00:44:18
- Disponibile dal: 25/11/2021
- Etichetta:
- Terratur Possessions
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Non saranno magari destinati a rivoluzionare la scena black metal, ma al traguardo del terzo full-length i Whoredom Rife si confermano una realtà solida e potente.
Le coordinate musicali risultano invariate rispetto alle uscite più recenti – considerando quindi anche gli split che hanno intervallato la loro discografia principale – ma con una maturità e una potenza accresciute; una sensazione che abbiamo avuto anche (ri)vedendoli sul palco la scorsa estate in occasione dell’Hellbotn norvegese. La capacità di annichilire il pubblico senza appiattirsi su un muro di chitarre e crudeltà viene declinata nei brani di “Winds Of Wrath” con un’ottima sintesi di tutte le sonorità che hanno reso speciale la Norvegia circa trent’anni fa, con quel pizzico di modernità iconoclasta e travolgente che caratterizza le (più o meno) nuove leve provenienti da quel di Trondheim.
Spazio quindi, innanzitutto, a riff vorticosi di pura scuola ’92-’94, impreziositi ovviamente da una produzione di diversa caratura e da occasionali passaggi più complessi e tecnici, cui si sommano qua e là brevissimi passaggi di tastiera e sample evocativi; in un equilibrio che non puzza di modernità posticcia, piuttosto di omaggio a tempi ancora più lontani e mitici, giù giù fino ai Bathory. Gli altri elementi che caratterizzano sempre più compiutamente i Whoredom Rife sono le linee vocali aspre, sprezzanti eppure non prive di una disperante cadenza elegiaca, accresciuta dal muro di oscurità eretto dalle ritmiche forsennate e dagli innesti più melodici e ‘svedesi’ delle chitarre (“The Gospel Of Hate”). Una peculiarità che si declina in brani dalla cadenza sabbatica (“A Thousand Graves Endured”), ma anche in altri più epici e fuori dal tempo (“Hav Av Sykdoms Blod”, “Einride”), che confermano una classe non così comune.
Abbiamo ormai a che fare con qualcosa più di una buona promessa, insomma.