7.5
- Band: WIEGEDOOD
- Durata: 00:33:25
- Disponibile dal: 10/02/17
- Etichetta:
- Consouling Sounds
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I Wiegedood tornano sulle scene a poco più di due anni dal debutto “De Doden Hebben Het Goed”, e i collegamenti con l’album d’esordio sono evidenti sin dal titolo e dall’artwork: entrambe le copertine ci mostrano un paesaggio spoglio, sul quale si staglia un cielo cupo e prossimo alla tempesta. L’essenza del trio belga è rimasta legata al black metal prevalentemente veloce e tirato, ma se in precedenza vi erano influenze post-black e post-hardcore abbastanza rilevanti, soprattutto nella scelta dei suoni e nello scream (comprensibilmente, dato che i componenti dei Wiegedood militano in Oathbreaker ed Amenra) la stessa cosa non si può dire del nuovo lavoro. Il disco si apre con un brano molto 90’s oriented, “Ontzielling”, che sembra avvolgere l’ascoltatore nel gelido abbraccio di una tempesta: Gorgoroth e Marduk sono tra i nomi che vengono in mente soprattutto nelle prima metà del pezzo. Dopo un inizio al fulmicotone i fiamminghi rallentano – almeno inizialmente – e i toni si fanno più atmosferici e vicini al post black, salvo poi mettere il piede sull’acceleratore e tornare alle sfuriate dal sapore scandinavo nella seconda parte del brano. La title track è forse il pezzo più interessante: con un incedere cadenzato e trascinante, riesce nell’intento di inquietare e coinvolgere. Ritorna l’eco dei norvegesi di “Bergtrollets Hevn” e “Sorg” nelle atmosfere maligne e tetre ma allo stesso tempo melodiche. Il sound dei Wiegedood si è quasi completamente spogliato degli elementi più moderni e di deriva post-metal, e ciò che ne rimane è sapientemente stemperato e arricchisce di sfumature una trama più tradizionalmente black metal, quello di scuola scandinava anni ’90 per essere precisi. La tendenza ad un ‘ritorno alle origini’ si sta facendo sempre più frequente, soprattutto tra i gruppi belgi e danesi. Il risultato in questo caso è convincente e sicuramente piacevole: l’attenzione per i riff e per la melodia dà vita a composizioni interessanti, lunghe e articolate ma mai prolisse, nella quali la violenza non è mai fine a se stessa. Consigliato.