7.0
- Band: WINTERAGE
- Durata: 01:09:53
- Disponibile dal: 02/02/2015
- Etichetta:
- Nadir Music
- Distributore: Audioglobe
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Si impongono con arrogante autorità i genovesi Winterage, conquistando appieno l’attenzione di quella fetta di critica e di ascoltatori che bazzicano il campo del power sinfonico. Il motivo di cotanto vociare che si sta alzando attorno alla band ligure è secondo noi giustificato, in quanto effettivamente questo giovanissimo quintetto dalle grandi ambizioni riesce col debutto “The Harmonic Passage” nel difficile compito di aprire una finestra solitamente nascosta, facendo entrare una ventata di aria fresca in un genere che oramai per certi versi sa di stantio. I Winterage partono infatti come già si è detto da una base che parla chiaramente di power e symphonic metal, ma ci aggiungono forti connotazioni folk, un potente comparto orchestrale e un ampio respiro epico, che si declina a livello di liriche su tematiche fantasy/eroiche. Apparentemente anche qui nulla di nuovo, anche perché quando parliamo del primo degli elementi citati ci vengono in mente gli Elvenking, quando si parla del secondo non si possono non nominare gli Haggard e per quanto riguarda il terzo elemento tutti noi sappiamo già che i Rhapsody of Fire hanno già detto quanto c’era da dire. Ma un’ipotetica miscela di Elvenking, Haggard e Rhapsody ancora s’aveva da sentire… almeno fino ad adesso. Il motivo per cui stiamo spendendo così tante parole sui Winterage è quindi proprio questo: il combo genovese è riuscito a prendere aspetti difficilmente estraibili ma pregnanti da gruppi con personalità e sonorità ingombranti e a mischiarle assieme, creando una personalità nuova. Ovviamente tale nuova personalità è parimenti ingombrante e un po’ pretenziosa, ma ammettiamo che quasi nulla qui cade nell’ovvia trappola rappresentata dal detto ‘il troppo stroppia’. Anzi, effettivamente ‘The Harmonic Passage’ riesce a rimanere piuttosto fluido e fruibile, nonostante la mole e l’importanza sonora degli elementi che lo compongono. L’orchestra (una vera orchestra sinfonica, di quaranta elementi) accompagna con la propria grandeur ogni brano, dotando ognuno di un afflato drammatico che con i soli synth si fatica ad ottenere; il volino del bravo Gabriele Boschi porta da solo lo spunto interessante delle melodie folkloristiche irlandesi, e infine i testi di stampo fantasy si accompagnano perfettamente al clima Rhapsodiano che si è andato a ricreare. In questo modo, i Winterage riescono ad accodarsi al carozzone del nuovo power sinfonico, quello che vede Sound Storm, Fogalord e Vexillum come validi rappresentanti, ma riescono ad avere sapori diversi da tutti e tre gli esempi citati. Nel corso di questa cinquantina di minuti tutto fila liscio… le canzoni di “The Harmonic Passage” non annoiano e per fortuna non perdono mai un necessario approccio metal, dimostrazione di come la band sappia usare bene gli elementi a propria disposizione (violino, orchestra e comparto lirico) per ‘insaporire’ la proposta senza per questo soffocarla. Qualche magagna ancora magari la troviamo, come lo stucchevole italiano usato per ‘La Grotta Di Cristallo’, o l’eccessiva pomposità che alle volte si accompagna ad alcuni arrangiamenti (‘The Golden Worm’, ‘The Flame Shall Not Fade’), ma la ricchezza degli input, la produzione perfetta di Tommy Talamance (Sadist) e le indubbie capacità compositive non possono che strapparci un pollice alzato. L’ingresso sul mercato dei Winterage è meritatamente strombazzato, vediamo col prossimo disco cosa maturerà da questo fertile terreno. Li attendiamo per un futuro hot album.