6.5
- Band: WINTERFYLLETH
- Durata: 01:08:25
- Disponibile dal: 19/07/2010
- Etichetta:
- Candlelight
- Distributore: Audioglobe
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Il Regno Unito è sempre stato piuttosto avaro di buone proposte in ambito black/pagan metal. La scena, che non riesce esprimere grandi talenti all’infuori di Forefather e pochi altri, è anche piuttosto esigua come numero, mentre sembra che il gothic/doom sia il genere preferito dei gruppi metal albionici. A risollevare le sorti ci provano i Winterfylleth, band inglese su cui è decisa a puntare forte la connazionale Candlelight. Dopo un primo album pubblicato nel 2008 intitolato “The Ghost Of Heritage” e passato piuttosto inosservato, il quartetto albionico ritorna forte del nuovo contratto discografico con il nuovo “The Mercian Sphere” che riprende in parte – e lo sviluppa in modo più approfondito – quanto già fatto nel precedente “The Ghost Of Heritage”. A parte la bellissima copertina con il solito paesaggio mozzafiato (che sembra preso dalle terre scozzesi) l’album risica un livello discreto e nulla più per via di una vena poco personale nel sound, seppur ispirata. La band in alcuni momenti sembra voler ripercorrere quanto fatto in precedenza dagli irlandesi Primordial, sebbene con delle notevoli differenze di stile. Il riffing dei Wintherfylleth è black metal, ma ricorda quello del gruppo irlandese appena citato, basti ascoltare un brano come “An Englishman’s Verse”. Inutile dire che il gruppo, come spesso è capitato per le band anglosassoni dei Ragnarok e dei Forefather, si ispira al retaggio culturale germanico della propria terra ed in particolar modo quello affascinante degli Anglosassoni. Il concept pagan quindi c’è tutto e anche la musica inquadra la band in questo sottogenere musicale. Ci sono diversi brani acustici ma, sebbene le parti di chitarra siano apprezzabili, non dicono molto e sono piuttosto scarni e privi del necessario pathos epico. Ci sono un paio di ottimi brani su quest’album, ma gli altri finiscono un po’ troppo per assomigliarsi tutti. Buono è il mood che la band riesce imprimere al proprio sound, un sound corposo e dai ritmi sempre incalzanti, ma alla lunga mancano le idee per dare una spinta decisiva alla release. Forse l’eccessiva lunghezza dei brani non aiuta il gruppo e togliere un po’ di monotonia a questo “The Mercian Sphere”. Ad ogni modo i curiosi e amanti del pagan metal (dal riffing ancora black metal) potrebbero non restar delusi dai Winterfylleth.