5.0
- Band: WINTERSUN
- Durata: 00:54:00
- Disponibile dal: 21/07/2017
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Per questo nuovo lavoro targato Wintersun, Jari Mäenpää decide di ispirarsi a “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi: ecco perchè il disco, intitolato “The Forest Seasons”, nella sua versione base, è composto da quattro tracce, ciascuna delle quali dedicata appunto ad una stagione. È noto come l’opera di Vivaldi sia un capolavoro della musica a livello mondiale, mentre questo dischetto dei Wintersun rappresenta semplicemente un tentativo di realizzare qualcosa a metà tra il metal ed il sinfonico, con risultati, come vedremo, piuttosto discutibili. Le cose in comune tra “The Forest Seasons” e l’opera di Vivaldi si esauriscono praticamente qui e su questo punto non c’è davvero nient’altro da aggiungere. Va invece evidenziato come la realizzazione del disco, come si ricorderà, sia stata anticipata da una campagna di crowdfunding, che ha portato ad una raccolta dalle cifre abbastanza importanti. Tuttavia, la sensazione è che il lavoro in questione abbia rappresentato quasi un pretesto per conseguire tale obiettivo, cercando di giungere infatti intanto ad una conclusione quanto più rapida possibile delle registrazioni, per poi magari sfruttare i fondi raccolti, come sembrerebbe, con altra finalità, magari per progetti futuri. Cominciamo con il notare come la produzione del disco in questione lasci piuttosto a desiderare: i suoni di batteria sono alquanto scadenti, le chitarre non sono valorizzate adeguatamente e molto spesso le orchestrazioni sono rappresentate da suoni di tastiera piuttosto banali. In generale, anzi, al di là di alcuni cori, ben poco risulta significativo a livello orchestrale, come se si cercasse di sviluppare qualcosa che però appare ancora a livello embrionale, se non addirittura sperimentale. A tal proposito, siamo anzi rimasti quasi stupiti del fatto che, con il notevole budget a disposizione (tra fondi raccolti e con un’etichetta importante come Nuclear Blast alle spalle), non solo Mäenpää non si sia avvalso di una vera orchestra, ma non abbia fatto ricorso neppure ad un semplice quartetto d’archi, il che la dice lunga su quale sia stato l’approccio dell’autore verso quest’opera. Le tracce sono poi mediamente piuttosto lunghe (tutte superiori ai dodici minuti) e finiscono per essere particolarmente prolisse: poche idee illuminano un insieme dove vengono affastellate varie cose in maniera spesso confusa e poco brillante. L’opener “Awaken From The Dark Slumber” presenta un incedere lento e lunghissimo nella parte iniziale,composta di un melodic death piuttosto statico e solo ben oltre i sei minuti comincia a vivacizzarsi un po’, rappresentando una primavera davvero troppo intorpidita e assonnata prima del risveglio. L’estate di “The Forest That Weeps” sembra promettere meglio ma rallenta parecchio nella parte centrale, dove sonnolente sonorità folk pian piano lasciano spazio ad una seconda parte decisamente più vivace e maestosa. Molto aggressivo (quasi dalle sonorità black) l’autunno di “Eternal Darkness”, suo malgrado tutt’altro che incisivo, benchè l’ultima parte riesca ad essere abbastanza imponente ed irruenta (al di là di un discutibile finale troncato di netto). Di ben altro stampo, invece, l’inverno, rappresentato dalla traccia “Loneliness”, che ci è piaciuta, così carica della sua opprimente malinconia (per quanto anch’essa per la verità troppo dilata nella durata), sollevando le sorti di un disco altrimenti nell’insieme piuttosto deludente. Quali che siano le motivazioni che hanno portato Mäenpää a pubblicare un lavoro del genere, “The Forest Seasons” è un disco che, a nostro avviso, con un po’ di cure e attenzioni in più poteva venir fuori molto meglio, mentre così è davvero parecchio altalenante, con più ombre che luci. Si segnala, infine, come esistano differenti versioni di “The Forest Seasons”, per cui è possibile ascoltare, a seconda di quale si tratti, anche “Loneliness” in acustico oppure le quattro tracce in versione strumentale o, ancora, la registrazione del “Live At Tuska Festival” del 2013.