7.0
- Band: WITCH VOMIT
- Durata: 00:30:32
- Disponibile dal: 05/04/2024
- Etichetta:
- 20 Buck Spin
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Guardando la copertina, si può cogliere almeno un po’ dell’essenza musicale di “Funeral Sanctum”, il nuovo album dei Witch Vomit. Attivo ormai da una dozzina d’anni, il gruppo statunitense è riuscito ad attirare su di sé prima l’attenzione dei maggiori fanatici di death metal vecchio stampo, incuriositi anche dalla parentela tra i Nostri e formazioni come Torture Rack e Triumvir Foul, poi, con l’ultimo EP “Abhorrent Rapture”, pure quella di ascoltatori più scafati ed esigenti, colpiti dal dinamico songwriting e dalla personale miscela di varie correnti sorprendentemente esposta in quelle quattro ottime canzoni rilasciate nel 2021.
Tornando all’artwork di questo terzo full-length, è però evidente che il quartetto di Portland abbia deciso di non sedersi sui riconoscimenti ricevuti e di non esplorare ulteriormente una formula che, almeno a nostro avviso, appariva indovinatissima. Introdotta da colori freddi e da un mood più epico e ricercato, su “Funeral Sanctum” la proposta del gruppo prende una piega più fredda e velenosa, andando ad affondare alcune delle proprie radici anche in certa cultura black-death europea che parte dai Dissection e ingloba una sfilza di nomi più o meno noti. Certamente non si può dire che i Witch Vomit si siano del tutto dati a musica per boschi innevati, luoghi desolati e meditazioni profonde, visto che permane una indubbia robustezza di fondo, ma, rispetto ai lavori precedenti, è comunque evidente, già ad un primo ascolto, che la band in questo capitolo abbia voluto esplorare una vena più melodica, in cui la torva e barbara base death metal di un tempo si fonde con sferzate più gelide e con evocativi interventi di chitarra solista, a cui talvolta si accompagnano riff dal retaggio più chiaramente slayeriano, per un risultato finale che in certi frangenti ricorda i Necrophobic di “Bloodhymns”.
Un elemento più tenebroso ricorre con insistenza nell’estetica sonora e tematica del disco, tanto che nell’interludio strumentale “Abject Silence” potremmo persino ipotizzare anche un’influenza dei Septicflesh degli anni Novanta.
Detto ciò, la tracklist di “Funeral Sanctum” riesce comunque a convincere, visto che al chitarrista/cantante Tempter e ai suoi soci in questa circostanza non sembrano mai mancare una buona dose di ispirazione e la giusta competenza per gestire trame per loro tutto sommato inedite come queste. Non che escano dal loro operato distillati di capolavoro, ma ci troviamo in ogni caso davanti a un equilibrio e a una forza più che tangibili e rispettabili nella loro concretezza
Con una durata di appena mezz’ora, nel suo complesso il disco non è solo godibile, ma marchiato da alcuni lampi che squarciano l’ascolto e illuminano tutto ciò che gli circonda, vedi episodi come “Serpentine Shadows” o “Black Wings of Desolation”.
Certo, “Abhorrent Rapture” poteva vantare un tocco più personale, una formula senza tempo in grado di fondere USA, Olanda e Svezia old school con elevata disinvoltura, oltre, più semplicemente, ad alcuni dei migliori riff del repertorio del gruppo; tuttavia, è ormai evidente che i Witch Vomit siano una realtà in continuo movimento, innamorata di tutto ciò che è death metal. Così come c’era stato un salto notevole fra il suddetto EP e le prove che lo avevano preceduto, a questo punto restiamo più che mai curiosi e ci aspettiamo un altro balzo verso nuovi registri e atmosfere già dal prossimo lavoro.