7.0
- Band: WITCHMASTER
- Durata: 00:38:00
- Disponibile dal: 25/11/2022
- Etichetta:
- Agonia Records
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La gestazione di “Kaźń”, nuova fatica dei Witchmaster, è stata abbastanza complessa. Del resto, quasi tutti i membri della band polacca sono regolarmente attivi su altri fronti ed evidentemente, negli otto anni trascorsi dall’uscita del precedente “Antichristus ex Utero”, è stato difficile mettere questa comunque storica realtà in cime alla lista delle priorità. Il batterista/chitarrista Inferno, tanto per fare un nome, è anche il motore ritmico dei Behemoth, quindi è facile immaginare come per un artista di quel calibro il tempo libero a disposizione sia sempre scarso.
In ogni caso, eccoci finalmente qui davanti a questo “Kaźń”, sesto full-length di una carriera ufficialmente avviata nel sempre più lontano 1996, sinora condotta secondo le regole dell’oltranzismo più puro, con gli occhi puntati solo e soltanto sul rispetto della gloriosa tradizione thrash e black metal. Il thrash ‘annerito’ dei Witchmaster è quello di sempre, restio a spingersi in territori inesplorati, ma certamente non del tutto immune a suggestioni contemporanee. La produzione si conferma infatti tutto sommato al passo coi tempi, chiara e definita, ‘polacca’ in un certo senso, mentre il suono, dal canto suo, parte prevedibilmente dagli ormai leggendari insegnamenti di primi Sodom e Kreator per poi instradarsi su quella corrente black-thrash resa celebre nell’underground da veterani come Aura Noir, Nifelheim e Destroyer 666. Il gruppo è insomma fedele alla linea da ormai un quarto di secolo: fa una cosa e la fa con la massima convinzione, senza cercare alcun tipo di riscontro al di fuori della sua ristretta nicchia di appartenenza. Il pregio massimo dei Witchmaster è tuttavia quello di riuscire a mantenersi estremamente ‘catchy’ lungo tutto lo scorrere del disco: sono ben quattordici i pezzi proposti, eppure i polacchi trovano il modo di risultare freschi e vitali per tutta la tracklist, alternando bene ritmiche e mood, spingendo ora più sul thrash, ora più sul lato black metal, condendo il tutto con saltuari rimandi a Motorhead e altre storiche influenze.
La band riesce in sintesi a comunicare tutto il suo ardore e il proprio attaccamento alla causa, apparendo sì derivativa (e per loro potrebbe anche essere un pregio), ma al contempo concreta e ispirata. “Kaźń” trasmette quindi autenticità, ma anche una certa cura per i dettagli, con brani che spingono a più non posso senza per questo risultare ‘caciara’ fatta tanto per fare. Anche in questi ambienti fieramente old school un po’ di criterio può infatti fare la differenza.