WITHIN DESTRUCTION – Animetal

Pubblicato il 08/04/2025 da
voto
7.5
  • Band: WITHIN DESTRUCTION
  • Durata: 00:41:11
  • Disponibile dal: 11/04/2025
  • Etichetta:
  • Sumerian Records

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Se fino a ieri la peculiarità principale dei Within Destruction era la provenienza geografica – la band si è formata nel 2010 a Jesenice, una città della Slovenia vicino al confine con l’Austria e l’Italia – la direzione intrapresa dal terzetto punta dritto fuori dal deathcore degli esordi, mescolando svariate influenze musicali in nome dell’eclettismo e calcando l’influenza della cultura manga ed anime nella caratterizzazione del progetto.
E’ ovvio come “Animetal” voglia spingere ed esagerare, costruendo sulle reliquie deathcore delle proprie origini – basso roboante, chitarre groove e ribassate sono presenti in più occasioni – e divertendosi nell’inserire elettronica, influenze nu metal e ritornelli pop, incasellati nella fissazione per l’animazione giapponese che plasma il concept e l’estetica della band.
Niente di totalmente originale, avendo assistito agli ottimi risultati di Rise Of The Northstar, Brand Of Sacrifice e, in senso lato, Babymetal, ma quando i risultati ci sono e l’entusiasmo è palpabile non possiamo che accogliere con gioia la modernissima e ficcante title-track, l’aggressiva “Kanashibari” col suo rap distorto e il ritornello memorabile, o la futuristica “Automation”, che invoca i Darko e la loro formula aliena.
In qualche brano il trio sperimenta anche allontanandosi dai territori più familiari e tentando di rompere gli schemi: “Bitter Embrace” e “Cybergirl” giocano con la versatilità e flirtano con l’elettronica, mentre “Stay 4Ever” offre un lato più malinconico e atmosferico, avvicinandosi alla formula degli onnipresenti Bring Me The Horizon, dove synth, glitch e influenze pop-punk si intrecciano con il metalcore.
Impossibile non citare anche la generale influenza nu metal, dei Korn in primis, che si rintraccia un po’ ovunque,nei riff pesanti e groovy, nei ritmi sincopati e in un approccio più accessibile rispetto al metal tradizionale.
Anche solo leggendo queste righe vi accorgerete come i riferimenti siano molteplici e in quasi tutti i casi inarrivabili, sia per quanto riguarda trendsetter come BMTH che avanguardisti come Darko o pazzi da manicomio come Paledusk, ma al netto di qualche ritornello stucchevole possiamo definire “Animetal” come una svolta maturata in svariati album di preparazione e decisamente ben riuscita, con una produzione eccellente e un animo frizzante.
Severamente vietato ai tradizionalisti, siamo sicuri che  invece questo album girerà parecchio nelle cuffie di chi apprezza il metal più moderno.

TRACKLIST

  1. Animetal
  2. Demon Child
  3. Kanashibari
  4. Bitter Embrace
  5. Fate // Separate
  6. Cybergirl
  7. Incomplete
  8. Stay 4Ever
  9. Automaton
  10. Hide & Sick
  11. Torment
  12. A Love That Slowly Died
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