7.0
- Band: WITHIN TEMPTATION
- Durata: 0:47:16
- Disponibile dal: 20/10/2023
- Etichetta:
- Force Music Recordings
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I Within Temptation tornano in studio dopo quattro anni dall’uscita di “Resist”, e lo fanno con un lavoro che aggiunge – come spesso ci hanno abituati – nuovi colori alla loro tavolozza sonora. In “Bleed Out”, infatti, il sestetto olandese ricerca ed enfatizza sonorità dal timbro più marcato, prendendo molto in prestito dal mondo del djent e dando più spazio a fraseggi chitarristici, sviluppati sui registri più bassi delle otto corde suonate dai chitarristi Ruud Jolie e Stefan Helleblad.
L’aspetto che più marcatamente rappresenta l’ultima fatica discografica della band è però un focus – dal punto dei vista dei testi – su tematiche sociali piuttosto attuali come le rivolte del popolo iraniano dopo l’uccisione di Mahsa Amini o la recente invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Andando ad ascoltare gli undici pezzi che compongono il full-length si può notare che il mood dell’intera opera è immediatamente settato da “We Go To War”, che inietta nelle orecchie dell’ascoltatore un riff di chitarra molto pesante capace di completare un tappeto elettronico ed esplodere in un ritornello melodico, enfatizzato dalla voce particolare di Sharon Den Adel.
Il primo pezzo, dedicato al popolo Ucraino bersaglio dell’invasione russa, sfocia su “Bleed Out”, la seconda traccia dell’album: squadra che vince non cambia e gli ingredienti riproposti sono esattamente gli stessi, chitarre pesanti, elementi elettronici e ampio spazio dato alla melodia sul ritornello. Interessante in questo caso l’utilizzo di immagini generate dall’intelligenza artificiale per la realizzazione del video, che crea un risultato piuttosto dark e a tratti inquietante, particolarmente adatto a sottolineare il caos e la disperazione che ha avvolto il popolo iraniano nei recenti tumulti.
“Ritual” cambia un po’ le carte in gioco riproponendo suoni molto vicini a quelli ascoltati nell’album “The Unforgiving”. Il pezzo scorre molto bene, complice anche un bel fraseggio di tastiera che si pianta in testa e non accenna ad andarsene. Un’ultima nota di merito va a “Shed My Skin” in cui la voce maschile viene interpretata da Christoph Wieczorek della band post-hardcore tedesca Annisokay. Il pezzo gira molto bene e Wieczorek porta a casa un risultato convincente, regalando ottimi puliti intermezzati da growl aggressivi e ricoprendo lo stesso ruolo che ebbe al tempo Kaith Caputo nel duetto di “What Have You Done”, uno dei brani più iconici della band.
“Bleed Out” è un prodotto discografico solido e curato che rispetta piuttosto bene gli standard qualitativi a cui i Within Temptation ci hanno abituati introducendo, al contempo, nuove sonorità senza perdere l’anima symphonic rock che ha reso celebre la band.
L’unico aspetto che fa storcere il naso è la filosofia di distribuzione dell’album, la cui uscita è preceduta da circa sette singoli rilasciati durante gli ultimi tre anni. Tale approccio, pienamente giustificato dalla necessità di rimanere in contatto con il pubblico durante il periodo di lockdown, va ad uccidere la sorpresa che un ascoltatore dovrebbe provare mentre ascolta, per la prima volta, il risultato finale di un nuovo progetto discografico.
In conclusione, l’ultimo prodotto dei Within Temptation si lascia indubbiamente ascoltare e risulta senz’altro piacevole per tutti i fan di lunga data della band. Assaporando l’ottavo album degli olandesi, tuttavia, si nota come questo non aggiunga poi molto al portfolio dei Within Temptation e, complice anche l’effetto diluito provocato dal rilascio ‘a rate’, “Bleed Out” finisce per essere un buon lavoro che avrebbe potuto osare di più e fatica a trovare posto tra le pietre miliari del gruppo, come lo furono al tempo “The Heart Of Everything” oppure “The Unforgiving”.