WOE UNTO ME – Spiral​-​Shaped Hopewreck

Pubblicato il 24/04/2021 da
voto
7.0
  • Band: WOE UNTO ME
  • Durata: 00:30:14
  • Disponibile dal: 12/03/2021
  • Etichetta:
  • BadMoodMan Music

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Annunciatisi come una delle migliori realtà emergenti del florido sottobosco death-doom esteuropeo, i bielorussi Woe Unto Me cercano con il nuovo EP “Spiral-Shaped Hopewreck” di uscire dalla propria zona di comfort. Già piuttosto ampia, se vogliamo dirla tutta, visto che non sono poi in tanti a osare un doppio album come il loro precedente “Among The Lightened Skies The Voidness Flashed” (2017), diviso tra un primo disco votato alla causa del death-doom luttuoso e melodico, e un secondo elettroacustico e intimista. Con questa breve pubblicazione, invece, i Nostri si azzardano ad una rivisitazione del progressive moderno, quello sensibile a suoni dark, chitarre piene e stratificate, a sentimenti ambivalenti e inclini a una sperimentazione che non esonda mai in un ostile avanguardismo. Qualcosa che possa richiamare tanto i Katatonia degli ultimi lavori, quanto rimandare ad alfieri del prog propriamente detto come Leprous e Pain Of Salvation, oppure derivati dal djent, tipo gli Uneven Structure. Il tutto rivestito da una sensibilità per le note tristi e insieme rassicuranti e consolatorie che il gruppo padroneggia fin dagli esordi di “A Step Into The Waters Of Forgetfulness”.
Tolti i tre interludi e l’intro iniziale, a dire il vero abbiamo un solo vero inedito, la titletrack, perché le altre due canzoni sono cover, anche se piuttosto indicative (per scelta delle band da omaggiare e interpretazione) di quali idee sonore guidino i Woe Unto Me. “Spiral-Shaped Hopewreck” si divide tra midtempo di impatto, in moderato crescendo, e parti elettroacustiche molto gentili, sezioni che si alternano mettendo in campo urgenza, sentimento e variopinta malinconia. Pochi i growl, lasciati in sottofondo e rinforzo, mentre a brillare è la vocalità squillante del nuovo entrato Igor Kovalyov. Le chitarre abbastanza compresse, quando distorte, a loro volta segnalano l’aderenza a un concetto di metal moderno ed ad ampio spettro, un sound che possa schiudersi a una platea non per forza vincolata agli amanti dei My Dying Bride – gruppo al quale era facile accostare i Woe Unto Me per i contenuti dei primi due album. La cover di “Sad And Slow”, oltre alla particolarità di attingere a una pubblicazione molto recente (è tratta da “Le Grande Voyage” dei Klone, del 2019), manifesta spiccate analogie coi progster francesi: la versione dei bielorussi ripropone infatti la velata tristezza, la purezza di suono e l’ammaliante magnetismo dell’originale senza alterarne quasi struttura e interpretazione. Sembrando una naturale prosecuzione di “Spiral-Shaped Hopewreck”, più che una cover.
Di diversa fattura “Lethargica”, presa dal catalogo dei Meshuggah. Interessante questa rilettura, meno legata ai canoni di partenza dei suoi originari autori. Di per sé un brano piuttosto sperimentale e fuori dal canovaccio principale – per quanto si possa discutere se ne ve ne sia uno – della compagine svedese, “Lethargica” sotto il trattamento dei Woe Unto Me diviene un brano death-doom piuttosto psicotico, ansiogeno ma esposto con suoni, ritmi e atmosfere meno folli dell’originale. Una di quelle cover dove si coglie il nesso con chi l’ha scritta, ma ci si ferma a degli indizi, perché il riff principale e gli arrangiamenti, una volta dichiarata la loro appartenenza, vengono modificati quel che basta per farli diventare qualcosa di diverso e più personale. In particolare la prova vocale, molto curata, va proprio in tutt’altra direzione! Presto per stabilire cosa dovremo aspettarci in futuro da questi ragazzi, anche se le prime indicazioni paiono confortanti: a questo punto c’è solo da auspicare che non facciano passare troppo tempo da “Spiral-Shaped Hopewreck”…

TRACKLIST

  1. And every piece of a being was washed away by the
  2. Spiral-Shaped Hopewreck
  3. Dissolving and then forming a new image, so
  4. Sad and Slow
  5. Sowing itself like seeds into the soil, becoming a chrysalis in the state of
  6. Lethargica
  7. Only to wake up in the reality of chaos and burn its wings of creation
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