voto
7.0
7.0
- Band: WOLF
- Durata: 00:45:06
- Disponibile dal: 20/02/2009
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Senza dubbio la Century Media Records è riuscita a fare un bel lavoro con i Wolf, classic metal band svedese che nonostante il genere non prettamente commerciale è riuscita ad incrementare il proprio numero di sostenitori ad ogni uscita. Un sound decisamente ottantiano legato a grandi nomi quali Judas Priest (soprattutto) o Iron Maiden e con quel taglio maligno proprio dei grandi Mercyful Fate. Dopo i cambi di formazione avvenuti successivamente alla pubblicazione del discreto “The Black Flame”, con l’innesto in lineup del bassista Anders “Tornado” Modd e del batterista Richard “Raptor” Holmgren, il gruppo si ripresenta con un nuovo capitolo di sano ed incontaminato heavy metal che annovera anche ospiti illustri quali l’ex-Malmsteen Mark Boals e Hank Shermann dei Mercyful Fate. “Ravenous” è questo, un disco che sarebbe potuto uscire vent’anni fa e probabilmente avrebbe anche raccolto un successo maggiore che ai tempi nostri. L’apertura con la granitica e parecchio priestiana “Speed On” non lascia dubbi circa la deteminazione con cui i cinque scandinavi ripropongono formule già collaudate più e più volte ma sempre danntamente efficaci. Il brano ha un tiro notevole e la voce di Niklas “Viper” Stalvind convince a pieno ma è soprattutto il riffing di chitarra a lasciare il segno, sebbene come già detto non si tratti di qualcosa di originale. Il lavoro è tutto un susseguirsi di più che discreti tributi al metal più tradizionale con la bella “Love At First Bite” a svettare in cima agli highlight grazie alla sua efficace ritmica cadenzata e un ritornello che resta in testa dal primo ascolto. Una nota in più meritano anche “Whisky Psycho Hellions” brano dalle linee vocali taglienti e abbastanza particolari rispetto al contesto, la stessa maideniana titletrack in cui spicca un ritornello molto melodico, e la più oscura “Voodoo”. La produzione non fa una piega e non a caso dietro alla consolle troviamo nientemeno che Roy Z, già produttore di mostri sacri quali Judas Priest, Halford, Helloween o Bruce Dickinson. “Ravenous” è dunque un disco che si fa apprezzare soprattutto per la sua incontaminata genuinità e fa sicuramente al caso degli amanti dell’heavy classico.