WOLF – Shadowland

Pubblicato il 14/04/2022 da
voto
6.0
  • Band: WOLF
  • Durata: 00:54:45
  • Disponibile dal: 01/04/2022
  • Etichetta:
  • Century Media Records

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I defender svedesi Wolf giungono al loro nono full-length ufficiale, il quale deve riuscire nella non semplice impresa di proseguire una sequenza di lavori magari imperfetti, ma sempre e comunque eccitanti e convincenti, soprattutto grazie a quella particolare e tetra musicalità tipica del combo di Orebro, che sotto la coperta affilata e adrenalinica riescono ogni volta a celare un sottofondo inquietante e a tratti diabolico, rendendo di fatto la propria proposta una delle più riconoscibili tra tutte quelle offerte da formazioni nate alla fine degli anni ’90.
Il predecessore “Feeding The Machine” rendeva perfettamente l’idea di quanto detto – anche se la pandemia ha mandato letteralmente a monte la possibilità di sentire il risultato dal vivo – e anche il nuovo “Shadowland”, quantomeno nei primi istanti, pare non volerne sapere della possibilità di prendersi i suoi tempi per mettere in mostra la propria parvenza: l’inizio con “Dust” giunge infatti senza alcuna tipologia di introduzione, interna o esterna al brano, presentandosi immediatamente come un pezzo non troppo veloce, ma comunque dotato di buoni spunti per fomentare, soprattutto grazie a un guitar work versatile e capace di enfatizzare i passaggi ritmici, così come gli ossessivi ritornelli interpretati vocalmente dalla squillante ugola del frontman Niklas Stalvind. Viceversa, la successiva “Visions Of The Blind” è a tutti gli effetti un midtempo accelerato dal sapore che definiremmo ‘desertico’, in quanto riesce a essere calda e accogliente, ma anche gelida e asciutta nelle sue contrapposizioni musicali, culminanti in una fine più rapida che sembrerebbe presagire uno scoppio seguente che effettivamente non arriva, dato che “The Time Machine” è attualmente il brano più lento in cui ci siamo imbattuti, con possibili rimandi al doom metal stemperati solo dal luminoso ritornello, ma nel contempo enfatizzati da una durata considerevole, per non dire eccessiva. Stando così le cose, ci sovviene la sensazione di esserci sbagliati sulla apparente volontà iniziale del prodotto di giungere subito al punto, ma ci pensa “Evil Lives” a smorzare parzialmente questa sensazione con un po’ di ritmo serrato, che tuttavia da solo non basta a portare sulla vetta un brano meno incisivo di quanto ci saremmo aspettati nei primi secondi.
Ancora un pezzo lento con la malinconica “Seek The Silence”, che paradossalmente ci convince più della precedente, anche se, giunti a metà album, l’idea che gli Wolf a ‘sto giro non abbiano fatto del tutto centro si fa sempre più presente. La titletrack è ancora una volta poco frenetica e fondata su ritmiche martellanti, il che non sarebbe un male considerando che la stessa formazione a suo tempo ha confezionato un inno come “Voodoo”, se non fosse che dagli Wolf tendenzialmente si desidererebbe una maggiore attenzione rivolta ad un certo tipo di dirompenza e/o inquietudine metallica; elementi, questi ultimi, assenti anche in “The Ill-fated Mr. Mordrake”, che quantomeno ci stuzzica l’ascolto col suo retrogusto quasi arabeggiante. “Rasputin” è francamente un ennesimo midtempo che in più sa di riciclato, in quanto eccessivamente simile ad altri pezzi della stessa band già precedentemente presentati, nonché enormemente più riusciti. Fortunatamente ciò precede quella che è una sferzata tanto attesa: quella “Exit Sign” che, seppur con qualche banalità qui e là, riesce a scaldare gli animi dell’ascoltatore e a ricordargli che i lupi sanno ancora aggredire la loro preda. Cosa che in effetti speravamo facessero anche nella conclusiva “Into The Black Hole”, che però sceglie di far leva su un comparto melodico gradevole, ma nulla più di questo, chiudendo di fatto le danze con risultati altalenanti. La bonus track “Trial By Fire” (che non è una cover né dei Testament, né dei Blind Guardian e tantomeno dei Satan), nonostante anche in questo caso non arrivi la fucilata tanto attesa, avrebbe svolto decisamente meglio il compito.
Purtroppo a questo punto ci verrebbe da sostenere che il pregio più evidente del disco sia la produzione, in quanto l’equalizzazione risulta perfetta e ogni singolo elemento risulta ben valorizzato e dotato di un sound invidiabile. Per il resto, questo “Shadowland” rappresenta una delusione sotto diversi aspetti: un lavoro che magari nelle intenzioni della band avrebbe dovuto suonare più oscuro rispetto ai predecessori, ma che alla fine della fiera appare più che altro piatto e prolisso, nonostante i brani non durino mai più di sei minuti, e che perciò non riesce praticamente mai a spiccare il volo. Qualche momento piacevole qui e là c’è, come ad esempio la opener, ma decisamente non bastano ad elevare oltre la sufficienza un lavoro che di certo non ricorderemo come uno dei più riusciti degli Wolf, i quali ai tempi di “The Black Flame” sono riusciti a sfiorare il capolavoro, oltre che, negli anni precedenti e seguenti, a proporre tanto sano metallo made in Sweden.

TRACKLIST

  1. Dust
  2. Visions Of The Blind
  3. The Time Machine
  4. Evil Lives
  5. Seek The Silence
  6. Shadowland
  7. The Ill-fated Mr. Mordrake
  8. Rasputin
  9. Exit Sign
  10. Into The Black Hole
  11. Trial By Fire (Bonus Track)
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