7.5
- Band: WOLFBRIGADE
- Durata: 00:27:39
- Disponibile dal: 8/11/2019
- Etichetta:
- Southern Lord
- Distributore: Goodfellas
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Ritornano i lycanthro punk per eccellenza, e in quest’occasione la loro proposta si tinge di alcune nuove tonalità. Forse non è un caso che l’artwork di questo “The Enemy: Reality” sia tanto acceso: forse i Wolfbrigade hanno voluto sottolineare anche visivamente l’evoluzione che li ha portati ad aggiungere alla propria musica delle nuove colorate sfumature. Ascoltando il disco, si ha quasi l’impressione che la band abbia composto molte di queste canzoni senza preoccuparsi del loro destino, se fossero o meno adatte ad un nome come quello dei Wolfbrigade. Ed è proprio questa rinnovata libertà creativa a dare una marcia in più all’opera. Se con il precedente “Run with the Hunted” gli svedesi avevano forse un po’ pagato il peso delle aspettative dopo una grande prova come “Damned”, con “The Enemy: Reality” il quintetto fa registrare una una delle più positive e propositive crescite artistiche della sua lunga carriera. La riuscita di questo nuovo album è infatti data in primis dalla lucida personalità dei Wolfbrigade, rilevabile indistintamente sia nella scrittura di queste canzoni che nella loro interpretazione, in cui i Nostri riescono a passare con facilità dai consueti panni di crust punk senza compromessi a quelli di consumati performer di inni classic metal che traggono evidente ispirazione da Motorhead e Judas Priest. Delle tendenze ‘metallare’, estreme o tradizionali, il gruppo le ha ovviamente sempre avute, ma questa volta la fusione fra mondi punk e metal viene attuata più regolarmente, andando ad influenzare sia il riffing che le ritmiche.
L’interazione tra un lavoro di chitarra più variegato e un incedere che non guarda più soltanto ad un continuo assalto d-beat, senza dimenticare una stratificazione melodica un filo più articolata del solito, producono una tracklist che di rado manca di mettere in luce una rinnovata ambizione e un songwriting che dà pieno lustro e ampiezza a suoni e strumentazione, con in più la voce di Micke Dahl che sembra avere raggiunto il picco di nichilismo definitivo. Pietre miliari come “Allday Hell”, “In Darkness You Feel No Regrets” o exploit come il succitato “Damned” resteranno sempre su un piedistallo difficilmente raggiungibile, ma i Wolfbrigade hanno evidentemente ancora voglia e talento a sufficienza per provare ad avvicinarvisi. Lo fanno con l’impetuosità, la passione, l’ingegno e, perché no, anche la giocosità di questo “The Enemy: Reality”, disco in cui riescono ad architettare una formula metal-punk tanto credibile quanto assolutamente in linea con il loro tipico, ruvido carattere.